La Dda di Reggio Calabria
ha chiesto il rinvio a giudizio di 17 persone coinvolte
nell'inchiesta "Ducale" contro la cosca Araniti di Sambatello.
L'udienza preliminare è stata fissata per il prossimo 9 maggio.
Sono state stralciate le posizioni del consigliere regionale di
Fratelli d'Italia Giuseppe Neri e del consigliere comunale di
Reggio Calabria del Pd Giuseppe Sera. Dopo che la Corte di
Cassazione ha rigettato l'appello della Dda che aveva chiesto
l'arresto dei due politici, i nomi di Neri e Sera, infatti, non
compaiono nella richiesta di rinvio a giudizio.
Tra gli imputati figura il presunto boss Domenico Araniti,
difeso dagli avvocati Giovanni Beatrice Araniti e Marco Gemelli,
accusato di associazione mafiosa. Per lo stesso reato era
indagato anche suo genero, Daniel Barillà, difeso da Gemelli,
che adesso, però, risponde solo di un reato elettorale, legato
ai presunti brogli alle elezioni regionali e comunali del 2020,
e di corruzione. Rispetto a quest'ultima accusa, inoltre, nella
fase cautelare del processo c'è stato l'annullamento della
misura da parte della Corte di Cassazione che aveva accolto il
ricorso formulato dalla difesa. Tra gli imputati, ma non per
reati politici, c'è anche un ex consigliere comunale di Reggio
Calabria, Michele Marcianò, oggi componente del comitato
provinciale della Lega. Assieme a Domenico Rugolino, ritenuto
esponente dell'omonima cosca di Catona, Marcianò è accusato di
estorsione e trasferimento fraudolento di valori aggravato
perché commesso "al fine di agevolare gli interessi economici
della 'ndrangheta". Secondo la Dda, in passato Marcianò e
Rugolino erano soci occulti dell'impresa "Lido dello Stretto" di
Catona.
Per quanto riguarda Neri e Sera solo nelle prossime settimane
si capirà se l'intenzione è quella di archiviare le accuse o se
pure lo stralcio sia stato chiesto per svolgere nuove indagini.
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