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ANSAcom - In collaborazione con Ail
A cinque anni dall'arrivo in Italia della prima terapia Car-T anticancro, tanti sono stati gli avanzamenti della ricerca ed oggi si registra un balzo della sopravvivenza per alcuni tipi di tumore del sangue che, in precedenza, avevano a disposizione poche armi terapeutiche. Un numero sempre maggiore di pazienti è candidabile a questa terapia avanzata, ma questo pone al contempo una serie di problemi, a partire da adeguate risorse e da una maggiore omogeneità di offerta sul territorio dal momento che la presenza di centri autorizzati è molto differente tra le varie Regioni. A fare il punto sullo stato dell'arte del settore e sulle prospettive future è l'Associazione italiana contro leucemie, linfomi e mieloma (Ail) in occasione dell'evento 'Car-T, il futuro è già qui', che è anche il nome della campagna itinerante e online promossa dall'associazione proprio per fare conoscere gli ultimi progressi di queste terapie innovative.
Le Car-T (Chimeric antigens receptor T-cells) sono terapie avanzate basate sulla modifica e sul potenziamento dei linfociti T, cellule immunitarie, che in questo modo riescono a riconoscere e aggredire le cellule tumorali. Ad oggi, sono diventate un nuovo paradigma di cura per alcuni tumori del sangue come linfomi e mieloma multiplo e si stanno dimostrando importanti anche per la leucemia linfoblastica acuta nei pazienti recidivanti o refrattari, ma studi sono in corso anche per tumori solidi come il neuroblastoma. In Italia fino ad oggi sono stati trattati tra i 1.500 e i 1.800 pazienti, tanti considerando che la prima somministrazione risale al 2019 e che per un lungo periodo solo un Centro, presso l'Istituto Nazionale dei Tumori di Milano, è stato autorizzato ad effettuare questi trattamenti. Attualmente sono circa 44 i Centri abilitati sul territorio nazionale. "Oggi possono beneficiare della terapia Car-T i pazienti con linfoma diffuso a grandi cellule B, con linfoma primitivo del mediastino, con linfoma follicolare e anche con linfoma mantellare, inoltre da circa quindici mesi anche i linfomi a grandi cellule B, che venivano trattati solo nelle ricadute avanzate, possono essere trattati in prima ricaduta - dichiara Paolo Corradini, Direttore Divisione di Ematologia, Fondazione Irccs Istituto Nazionale dei Tumori (INT) di Milano - in questo modo, anticipando molto l'uso delle terapie cellulari, si migliora il risultato diminuendo la tossicità. Oggi possiamo affermare che tra il 45% e il 50% dei pazienti trattati con Car-T guarisce". Soddisfacenti i risultati anche per il mieloma multiplo: "C'è una risposta tra il 70% e il 100% dei pazienti, e tra il 40% e l'80% hanno avuto una remissione della malattia. La durata della sopravvivenza si è almeno triplicata", ha rilevato Michele Cavo, ematologo all'Università di Bologna. Due terapie Car-T sono disponibili per questi pazienti che abbiano già esaurito le altre alternative terapeutiche, prolungandone la sopravvivenza fino a 4 volte rispetto a quella attesa in assenza di questa terapia.
Anche nella leucemia linfoblastica acuta i dati mostrano un netto miglioramento della sopravvivenza libera da eventi in circa il 50% dei pazienti.
ANSAcom - In collaborazione con Ail
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