"Nessuno è straniero a questo mondo.
I rifugiati sono nostri fratelli". E' quanto sottolinea, in
occasione della Giornata mondiale del rifugiato, don Aldo
Buonaiuto, fondatore della testata Interris.it. "Il quadro
internazionale costringe milioni di persone a migrare ed è un
dovere collettivo e individuale alleviare la sofferenza di chi è
in esilio".
Oggi ricorre la Giornata Mondiale del Rifugiato e, "per il
13° anno consecutivo, cresce il numero delle persone in fuga
dalla loro patria. Dietro le fredde cifre ci sono le persone in
carne d'ossa come Nalina, definita dai mass media 'l'orfana del
mare', la bambina di 10 anni sopravvissuta nei giorni scorsi al
naufragio al largo della Calabria", sottolinea don Buonaiuto. Il
quadro internazionale costringe milioni di persone a migrare ed
"è un dovere collettivo e individuale alleviare la sofferenza di
chi è in esilio, offrendo loro la possibilità di ricominciare in
un paese di asilo quando è impossibile il ritorno a casa. Una
questione centrale per le istituzioni ed ecclesiali, per l'etica
e per la fede". Il Papa rileva, fin dall'inizio del Pontificato,
"la Chiesa povera e per i poveri, il richiamo all'accoglienza e
l'invito ad aprire le porte di casa ai profughi e agli
immigrati. Ne è una conferma la sua esplicita volontà - afferma
il sacerdote dell'associazione Papa Giovanni XXIII - di ospitare
alcune famiglie di profughi negli appartamenti della Città del
Vaticano. Un gesto simbolico, evidentemente, ma anche un piccolo
fatto reale che per tutte le persone, cristiane e non cristiane,
diventa molto significativo".
"Più che in tempi passati, oggi il Vangelo della misericordia
scuote le coscienze, impedisce che ci si abitui alla sofferenza
dell'altro e indica vie di risposta che si radicano nella fede,
nella speranza e nella carità", conclude don Buonaiuto.
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