"Aveva una voce così sofferente",
dicono in tanti dei fedeli e dei pazienti che continuano ad
affollarsi in pellegrinaggio davanti alla statua di Giovanni
Paolo II al Gemelli, commentando il messaggio audio di ieri di
papa Francesco.
Le persone portano coroncine del rosario, lumini, candele e
li posano accanto a tutti gli altri ceri, disegni e fiori che
circondano il monumento a Karol Wojtyla. Un "altarino" con
pensieri dedicati al pontefice provenienti da tutto il mondo e
da diverse realtà, come scuole e comunità religiose, che con il
passare dei giorni si arricchisce sempre più di preghiere e
speranze dei tanti che si susseguono in orazione.
Qualcuno non nasconde le lacrime, come Frida dal Perù che
per la quarta volta è in preghiera al Gemelli con lo sguardo
rivolto al decimo piano dell'ospedale. "È nelle mani di Dio. Il
Signore gli darà forza e coraggio", dice a mani giunte. Maria
Cristina, Paolo e Maria Teresa sono inteneriti dalla voce di
Francesco. "Ci ha messo ancora più preoccupazione, e poi parlava
nella sua lingua, aveva proprio il cuore tra le mani",
raccontano. "Si sente che sta molto male. Ma ho assistito alla
sofferenza di mio padre e so che i miracoli esistono", dice
speranzosa poi una donna insieme al papà che è in cura per un
tumore. Un'altra fedele, Valentina, arrivata in preghiera
davanti alla statua di Giovanni Paolo II, racconta di essere
stata "rincuorata" dal messaggio del Papa: "con il carattere che
ha si rimetterà".
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