(di Fausto Gasparroni) Papa Francesco esprime "apprensione e dolore" per la riesplosione della violenza in Israele e fa appello a che "le armi si fermino", poiché "il terrorismo e la guerra non portano mai a una soluzione".
Quanto
si è riacceso da ieri con l'attacco di Hamas turba profondamente
un Pontefice che - oltre a evocare lo spettro della "terza
guerra mondiale a pezzi" - si è sempre speso con tutte le forze
per la fine del conflitto in Terra Santa: lo attesta anche
l'"Invocazione per la pace" dell'8 giugno 2014 nei Giardini
Vaticani in cui coinvolse l'allora presidente israeliano Shimon
Peres insieme a quello palestinese Abu Mazen (Mahmoud Abbas).
"Seguo con apprensione e dolore quanto sta avvenendo in
Israele, dove la violenza è esplosa ancora più ferocemente,
provocando centinaia di morti e feriti", dice con tono accorato
all'Angelus.
"Esprimo la mia vicinanza alle famiglie delle
vittime, prego per loro e per tutti coloro che stanno vivendo
ore di terrore e di angoscia", prosegue. "Gli attacchi e le armi
si fermino, per favore, e si comprenda che il terrorismo e la
guerra non portano a nessuna soluzione, ma solo alla morte e
alla sofferenza di tanti innocenti", invoca Francesco.
"La guerra è una sconfitta: ogni guerra è una sconfitta! -
aggiunge - Preghiamo perché ci sia pace in Israele e in
Palestina!". In questo mese di ottobre, dedicato "alla preghiera
del Rosario", esorta quindi il Papa, "non stanchiamoci di
invocare, per l'intercessione di Maria, il dono della pace sui
molti Paesi del mondo segnati da guerre e da conflitti; e
continuiamo a ricordare la cara Ucraina, che ogni giorno soffre
tanto, tanto martoriata".
Sulla recrudescenza delle violenze in Medio Oriente oggi fa
sentire la sua voce anche il cardinale segretario di Stato
Pietro Parolin, intervenuto a Camaldoli a conclusione del
convegno della rivista Il Regno su "La 'terza questione': la
Chiesa i cattolici e l'Italia". "E' una tragedia immane, che non
ci saremmo mai aspettati e che non sappiamo come evolverà e come
si concluderà. Quello che sta succedendo va aldilà
dell'immaginabile", dice in una video-intervista a margine dei
lavori, pubblicata sul blog della rivista organizzatrice.
Costernato, Parolin afferma che "il mondo sembra impazzito,
sembra che si faccia affidamento solo sulla forza, sulla
violenza, sul conflitto, per risolvere problemi che ci sono,
reali, e che vanno risolti con ben altri metodi".
"Al di là delle distruzioni di vite umane, a cui abbiamo
assistito in maniera orripilante - afferma ancora il cardinale
-, le fragili speranze di pace che sembravano delinearsi un po'
all'orizzonte stanno andando completamente in fumo. Quindi,
questo esigerà uno sforzo molto, molto più grande per riprendere
i fili e tentare di arrivare a una soluzione pacifica, che è
l'unica soluzione giusta e l'unica soluzione efficace, che
eviterà il ripetersi di queste situazioni".
Parolin chiama anche in causa l'Europa e il suo ruolo.
"Perché - dichiara - l'Europa si è costituita proprio come una
esperienza fondamentale di pace dopo le grandi tragedie del
Novecento e non soltanto al suo interno ma all'esterno. Però -
lamenta - credo che i problemi che ci sono all'interno
dell'Unione Europea, e la difficoltà di rapportarsi in maniera
giusta con le altre realtà, rendono difficile questo ruolo di
pace che l'Europa dovrebbe svolgere nel mondo". "Speriamo -
conclude - che recuperi questo suo ruolo e questa sua
dimensione, ma non lo vedo così chiaro, non lo vedo così netto".
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