"L'antisemitismo non finisce mai, non
c'è da stupirsi che ogni tanto si riveli nelle forme più
disparate. Ora si manifesta anche attraverso questo canale. Non
c'è da meravigliarsi, c'è da monitorare continuamente questo
fenomeno". Lo dice all'ANSA, il rabbino Capo della comunità
ebraica di Roma - una delle più antiche al mondo - Riccardo Di
Segni, interpellato in occasione della celebrazione della XXXII
Giornata per l'approfondimento e lo sviluppo del dialogo tra
cattolici ed ebrei. Di Segni commenta così l'ultimo episodio di
antisemitismo che ha costretto la Procura di Torino ad indagare
sul raid virtuale di domenica scorsa durante la presentazione su
Zoom del libro 'La generazione del Deserto', organizzata
dall'Istoreto e dal centro studi ebraici di Torino.
Di Segni interverrà con il cardinale José Tolentino de
Mendonça, archivista e bibliotecario di Santa Romana Chiesa, al
dialogo che per la prima volta si tiene in 'casa' ebraica, nel
Museo Ebraico di Roma e che si sarebbe dovuto tenere in
osservanza alle norme anti Covid senza la presenza di pubblico,
questa sera. Per motivi tecnici l'incontro viene posticipato a
giovedì. Alle ore 19, dunque, si ritroveranno nella struttura di
via Catalana all'interno del Tempio Maggiore, Di Segni e
Tolentino de Mendonça per analizzare il libro del Qohelet delle
cinque Meghillot. "Quest'anno - spiega Di Segni - c'è la novità
del Covid che impedisce raduni ampi, ma è stata anche
l'occasione per cambiare formato, mutando la sede e favorendo il
fatto di essere 'noi' ad ospitare gli esponenti cattolici. Il
significato di questo gesto è quello della reciprocità, che è
anche la parola in cui potremmo condensare gli scopi della
celebrazione di questa Giornata".
A proposito della Giornata, oggi all'Angelus il Papa ha
espresso il suo rallegramento "per questa iniziativa che
prosegue da oltre trent'anni" auspicando che "porti frutti
abbondanti di fraternità e di collaborazione".
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