Tornare alla Patristica, il pensiero cristiano dei primi secoli, per conoscere la Chiesa di ieri ma anche per capire meglio quella di oggi. E' l'iniziativa della casa editrice Città Nuova che con la collana "Testi Patristici" vuole cogliere "le esigenze più vive, e talvolta anche più dolorose, in cui si dibatte la comunità cristiana di oggi, illuminandole alla luce delle prospettive e delle soluzioni - spiegano i curatori dell'iniziativa editoriale - che i Padri offrirono alle loro Comunità". Uno sguardo al passato dunque per vivere più consapevolmente anche nella Chiesa di oggi. Ma anche testi preziosi per il mondo accademico con nuove traduzioni e note esplicative degli scritti antichi.
Gli ultimi due testi in ordine di arrivo per la collana di testi patristici sono "Omelia sulla Risurrezione" di Severo di Antiochia e "Omelie diverse" di Basilio di Cesarea.
Severo (465 circa-538), patriarca di Antiochia dal 512 al 518, può essere considerato uno dei principali teologi di lingua greca vissuti tra V e il VI secolo. Nel 536 le dottrine di Severo furono dichiarate eretiche dal Sinodo di Costantinopoli, e l'imperatore Giustiniano stabilì che nessuno potesse né possedere né ricopiare le opere di Severo. Questa condanna portò alla perdita pressoché totale degli scritti di Severo in lingua originale. L'Omelia sulla Risurrezione riveste dunque un'importanza fondamentale all'interno della produzione del patriarca, poiché si tratta dell'unica omelia di Severo a essersi conservata interamente in greco.
Il libro che contiene invece gli scritti di Basilio di Cesarea offre un quadro storico-culturale, fondamentale per la comprensione dell'ambiente e di quella società del IV secolo dopo Cristo. Tra le esortazioni pratiche per la vita di un cristiano ritroviamo anche la condanna delle ricchezze eccessive e l'elogio invece della vita sobria. Temi, dopo secoli, ancora tanto importanti se si considerano le priorità scelte da Papa Francesco per il suo pontificato. Come una analogia c'è anche nei ripetuti appelli di Bergoglio, ai religiosi ma anche a tutti i cristiani, a non seguire la mondanità. "Non bisogna dedicarsi alle cose del mondo" è proprio il titolo di una delle omelie di Basilio contenute nel libro.
Testi tutt'altro che lontani dalla realtà dell'epoca che però, nei loro spunti concreti, offrono indicazioni e soluzioni straordinariamente attuali.
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