Sono aumentate nel 2024 le
segnalazioni di aggressioni agli operatori sanitari delle
quattro aziende sanitarie dell'Umbria. Secondo i dati raccolti
dal Centro regionale per la gestione del rischio sanitario sono
stati registrati 207 episodi (+37% rispetto al 2023), che hanno
coinvolto 262 operatori (+46%). I dati sono stati forniti dalla
Regione in occasione della giornata nazionale di prevenzione
contro la violenza nei confronti degli operatori sanitari e
sociosanitari.
A Perugia alla sala Peccati-Crispolti di Palazzo Broletto si
è tenuto un evento formativo e di confronto tra Regione, aziende
sanitarie e ospedaliere, rappresentanti della Consulta delle
professioni sanitarie, al quale hanno assistito oltre 130
partecipanti.
L'analisi dei dati mostra che il 69% delle vittime sono
donne, il 31% uomini e che la fascia di età più colpita è quella
tra 30 e 39 anni (86 casi).
Le categorie professionali più esposte sono gli infermieri
(58%), seguiti dai medici (25%) e dagli operatori sociosanitari
(9%).
Gli episodi avvengono prevalentemente al mattino (52%) e in
giorni feriali (88%).
La tipologia di aggressione più diffusa è quella verbale
(76%), seguita da quella fisica (18%), con autori principalmente
identificati tra gli utenti (64%) e i caregiver (33%).
Gli atti di violenza si verificano sia in ambito ospedaliero
(60%) che territoriale (40%). Nei contesti ospedalieri, i
reparti di degenza (42%) e i pronto soccorso (31%) risultano i
più colpiti, mentre in ambito territoriale le aggressioni si
concentrano negli istituti penitenziari (41%) e negli ambulatori
(28%).
All'evento, coordinato dalla Direttrice regionale salute e
welfare, Daniela Donetti, ha portato i propri saluti anche il
vicepresidente della Regione, Tommaso Bori che ha ribadito
l'importanza del lavoro congiunto tra tutti gli attori del
sistema per un reale approccio al fenomeno e al suo costante
monitoraggio in tutti i contesti lavorativi.
Sono poi intervenuti gli esperti della materia: Giancarlo
Marcheggiani, coordinatore del Centro regionale per la gestione
del rischio sanitario, Enrica Ricci e Davina Boco, dirigenti
della Regione Umbria, i risk manager delle aziende sanitarie
regionali, Laura Paglicci Reattelli, Stefano Trastulli, Gioia
Calagreti e Federica Corridoni.
Il dibattito è proseguito con una tavola rotonda a cui hanno
portato il loro contributo i rappresentanti della Consulta
regionale delle professioni sanitarie e socio-sanitarie: Nicola
Volpi per gli ordini delle professioni infermieristiche di
Perugia e Terni, Brigitta Favi e Danilo Serva per gli ordini dei
medici veterinari di Perugia e Terni, Tiziano Scarponi per
l'Ordine dei medici chirurghi e degli odontoiatri di Perugia, e
Terni, Francesca Fiandra per gli ordini delle ostetriche di
Perugia e Terni, Daniela Gaburri per l'Ordine dei
Fisioterapisti, Carlo Garofalo per l'Ordine degli psicologi,
Federico Pompei per l'ordine delle professioni sanitarie
tecniche, della riabilitazione e della prevenzione, Filiberto
Orlacchio per l'ordine dei farmacisti e Daniela Saveri per
l'ordine delle assistenti sociali. Hanno concluso la giornata la
testimonianza dell'infermiere Giovanni Siesto e l'intervento di
Giuseppe De Filippis, Direttore generale dell'ospedale di
Perugia e Piero Carsili, direttore generale della Usl Umbria 2,
in rappresentanza delle aziende sanitarie pubbliche.
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