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In Umbria crescono le aggressioni agli operatori sanitari

In Umbria crescono le aggressioni agli operatori sanitari

Nel 2024 più episodi e più operatori coinvolti

PERUGIA, 12 marzo 2025, 17:14

Redazione ANSA

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Sono aumentate nel 2024 le segnalazioni di aggressioni agli operatori sanitari delle quattro aziende sanitarie dell'Umbria. Secondo i dati raccolti dal Centro regionale per la gestione del rischio sanitario sono stati registrati 207 episodi (+37% rispetto al 2023), che hanno coinvolto 262 operatori (+46%). I dati sono stati forniti dalla Regione in occasione della giornata nazionale di prevenzione contro la violenza nei confronti degli operatori sanitari e sociosanitari.
    A Perugia alla sala Peccati-Crispolti di Palazzo Broletto si è tenuto un evento formativo e di confronto tra Regione, aziende sanitarie e ospedaliere, rappresentanti della Consulta delle professioni sanitarie, al quale hanno assistito oltre 130 partecipanti.
    L'analisi dei dati mostra che il 69% delle vittime sono donne, il 31% uomini e che la fascia di età più colpita è quella tra 30 e 39 anni (86 casi).
    Le categorie professionali più esposte sono gli infermieri (58%), seguiti dai medici (25%) e dagli operatori sociosanitari (9%).
    Gli episodi avvengono prevalentemente al mattino (52%) e in giorni feriali (88%).
    La tipologia di aggressione più diffusa è quella verbale (76%), seguita da quella fisica (18%), con autori principalmente identificati tra gli utenti (64%) e i caregiver (33%).
    Gli atti di violenza si verificano sia in ambito ospedaliero (60%) che territoriale (40%). Nei contesti ospedalieri, i reparti di degenza (42%) e i pronto soccorso (31%) risultano i più colpiti, mentre in ambito territoriale le aggressioni si concentrano negli istituti penitenziari (41%) e negli ambulatori (28%).
    All'evento, coordinato dalla Direttrice regionale salute e welfare, Daniela Donetti, ha portato i propri saluti anche il vicepresidente della Regione, Tommaso Bori che ha ribadito l'importanza del lavoro congiunto tra tutti gli attori del sistema per un reale approccio al fenomeno e al suo costante monitoraggio in tutti i contesti lavorativi.
    Sono poi intervenuti gli esperti della materia: Giancarlo Marcheggiani, coordinatore del Centro regionale per la gestione del rischio sanitario, Enrica Ricci e Davina Boco, dirigenti della Regione Umbria, i risk manager delle aziende sanitarie regionali, Laura Paglicci Reattelli, Stefano Trastulli, Gioia Calagreti e Federica Corridoni.
    Il dibattito è proseguito con una tavola rotonda a cui hanno portato il loro contributo i rappresentanti della Consulta regionale delle professioni sanitarie e socio-sanitarie: Nicola Volpi per gli ordini delle professioni infermieristiche di Perugia e Terni, Brigitta Favi e Danilo Serva per gli ordini dei medici veterinari di Perugia e Terni, Tiziano Scarponi per l'Ordine dei medici chirurghi e degli odontoiatri di Perugia, e Terni, Francesca Fiandra per gli ordini delle ostetriche di Perugia e Terni, Daniela Gaburri per l'Ordine dei Fisioterapisti, Carlo Garofalo per l'Ordine degli psicologi, Federico Pompei per l'ordine delle professioni sanitarie tecniche, della riabilitazione e della prevenzione, Filiberto Orlacchio per l'ordine dei farmacisti e Daniela Saveri per l'ordine delle assistenti sociali. Hanno concluso la giornata la testimonianza dell'infermiere Giovanni Siesto e l'intervento di Giuseppe De Filippis, Direttore generale dell'ospedale di Perugia e Piero Carsili, direttore generale della Usl Umbria 2, in rappresentanza delle aziende sanitarie pubbliche.
   

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