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Riunita a Prisciano di Terni seconda Commissione Assemblea

Riunita a Prisciano di Terni seconda Commissione Assemblea

Approfondito tema impatto ambientale dell'industria siderurgica

TERNI, 11 aprile 2025, 18:37

Redazione ANSA

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La seconda Commissione, presieduta da Letizia Michelini si è riunita a Prisciano di Terni, su richiesta del Comitato locale per approfondire il tema dell'impatto ambientale dell'industria siderurgica e relative problematiche ricadenti sul quartiere di Prisciano.
    Alle preoccupazioni espresse dalla presidente del Comitato, Romina Botondi e la vice, Giorgia Menciotti, rispetto alle polveri nell'aria - riferisce Palazzo Cesaroni -, alle emissioni odorigene, ai rumori e alle vibrazioni sono intervenuti rappresentanti istituzionali, tra cui il sindaco di Terni Stefano Bandecchi insieme all'assessore Sergio Cardinali, l'amministratore delegato di Arvedi Ast, Dimitri Menecali, il direttore generale di Tapojarvi Stefano Proietti, il direttore generale di Arpa Alfonso Morelli, rappresentanti sindacali. L’audizione si è conclusa con l’intervento dell’assessore regionale all’Ambiente Thomas De Luca che ha fatto sapere di avere nuovamente sollecitato un incontro con il Ministero per rimodulare l’accordo di programma legato al piano della qualità dell’aria. È emersa la necessità di un cronoprogramma certo di interventi per risolvere la questione ambientale del territorio. L’ad di Ast ha assicurato la volontà della proprietà di risolvere ogni tipo di disturbo. Durante gli interventi è emersa l'esigenza di dare vita ad un tavolo tecnico. Si lavorerà anche perché nel prossimo piano regionale per la qualità dell’aria venga preso in considerazione anche l’inquinamento ambientale. Alla riunione hanno preso parte i consiglieri, membri della Commissione, Stefano Lisci (Pd), Enrico Melasecche (Lega), Fabrizio Ricci (Avs) e Luca Simonetti (M5S). La presidente Michelini ha detto di voler ulteriormente approfondire la questione in Commissione impegnandosi a predisporre una proposta di risoluzione da presentare poi in Aula. Romina Botondi e Giorgia Menciotti (Comitato Prisciano-Terni est): da 30 anni siamo coperti da polvere con composizione corrosiva, situazione che continuiamo a denunciare soprattutto per le conseguenza sulla salute umana poiché tossica e cancerogena anche se l’Arpa ci ha sempre assicurato in tal senso. Il tasso dell’incidenza tumorale qui è altissimo per questo è necessario dare luogo, urgentemente, ad un approfondito studio epidemiologico. All’Arpa abbiamo chiesto anche l’utilizzo di una strumentazione adeguata per verificare anche l’impatto sulla salute umana dei fenomeni odorigeni. Altro problema riguarda le vibrazioni provocate dai macchinari e i rumori assordanti provenienti dagli impianti. Preoccupazione per i valori altissimi e crescenti del nichel e per i valori del pm10. Sappiamo che Ast sta lavorando su strutture specifiche per alleviare questi problemi e per questo chiediamo alla Regione di monitorare rispetto alle tempistiche e verifiche successive per valutare l’efficacia degli interventi. Tutti noi siamo convinti dell’importanza che l’azienda riveste nel panorama ternano, ma anche umbro e nazionale, fondamentale per lo sviluppo economico, ma sono necessarie garanzie per una civile convivenza. Nel prossimo piano regionale per la qualità dell’aria è importante prendere in considerazione anche l’inquinamento ambientale”. Stefano Bandecchi (sindaco di Terni): “Il problema è particolare e fino ad oggi non sono state approfondite, in maniera corretta, le possibili soluzioni. Va sottolineato che l’acciaio, elemento fondamentale per l’Italia e tutta l’Europa, esiste e va prodotto perché non possiamo comprarlo in Cina o in Turchia. Purtroppo nelle città in cui si produce l’acciaio l’inquinamento è più alto e le malattie cardiocircolatorie o oncologiche polmonari sono maggiori. Partendo da questa base vanno previsti interventi con molta rapidità per abbattere in maniera esemplare l’inquinamento che oggi Terni subisce ed in particolare questo quartiere di Prisciano, il più inquinato dal nichel. Dobbiamo dire che l’acciaieria risponde esattamente alle norme previste ed è nei parametri di legge, ma i parametri di legge non prevedono se moriremo per un tumore ai polmoni o altra malattia. A proposito del nichel sappiamo che i parametri, per legge, ad oggi sono accettabili, ma sappiamo essere fuori da essi in base alla normativa europea che entrerà in vigore tra pochi anni e siamo ampiamente fuori dai tempi di attuazione di una situazione di salvaguardia. Come sindaco ho già incontrato il comitato di Prisciano un anno fa ed ho camminato nelle strade di Prisciano e mi sono accorto che nell’aria c’è qualcosa che fa schifo. Dobbiamo non lasciare l’ azienda da sola e noi con i nostri organi dobbiamo far sì che esperti in materia possano aiutare l’azienda a trovare le giuste soluzioni. Dobbiamo, a livello istituzionale, creare un tavolo con i nostri esperti e trovare rapidamente le forme per mettere a punto gli interventi necessari. Servono regole precise dettate dalle istituzioni a partire dallo Stato. Serve un lavoro sinergico tra privato e pubblico. Invito la Regione ad istituire un tavolo di lavoro che non può più essere rimandato”. Alfonso Morelli (direttore generale Arpa): “Il lavoro dell’Agenzia è stato sempre particolarmente rigoroso con monitoraggi continui, controlli e sopralluoghi congiunti. Rispetto al nichel stiamo collaborando con le autorità competenti per specifici progetti di miglioramento. Stiamo seguendo precisi cronoprogrammi di intervento ed assicuriamo il nostro rigore nella verifica dei dati. È importante l’attivazione di tavoli tecnici, anche con la presenza dell’Asl, per prevedere misure efficaci. Insieme alla Regione stiamo valutando le migliori soluzioni rispetto alle criticità esposte”. Dimitri Menecali (ad Arvedi Ast): “Il problema delle scorie nasce sostanzialmente con l’acciaieria. Vengono prodotte durante la produzione dell’acciaio ad alta temperatura, devono essere raffreddate e successivamente deferrizzate e subiscono un trattamento meccanico per togliere il metallo e quel che rimane può essere conferito in discarica. In Europa tutti i produttori di acciaio inossidabile producono acciaio con il nostro stesso processo e gestiscono le scorie in ambienti aperti come abbiamo fatto noi. Noi oggi abbiamo messo in campo il progetto di segregazione dell’attività di raffreddamento fungendo da apripista rispetto a questo processo. Per quanto riguarda il rispetto delle norme, abbiamo coscienza che un’azienda siderurgica che opera in un territorio non debba arrecare fastidio. L’azienda ha quindi il dovere di porre in atto tutto quanto possibile per risolvere i problemi. Per gli interventi previsti in proposito parliamo di investimenti per oltre 40 milioni di euro . È volontà della proprietà di risolvere i disturbi e per questo vogliamo andare oltre quanto prevede la legge. Rispetto al nichel stiamo cercando di anticipare i tempi. Con gli enti è stato condiviso un programma di adeguamenti che realizzeremo prima delle scadenze. Anche per le vibrazioni stiamo dando il massimo supporto all’azienda Tapoiarvi condividendo con loro lo stesso spirito nell’approccio dei problemi”. Stefano Proietti (dg Tapojarvi): “Rispetto al tema delle vibrazioni abbiamo un confronto costante con Regione ed Arpa. Dalla prima segnalazione del 2021 l’azienda si è subito attivata coinvolgendo soggetti altamente accreditati. È stata creata una barriera sotterranea per schermare il fenomeno vibratorio e messi in atto altri interventi con macchinari interni per ridurre il fenomeno e smorzare le vibrazioni. L’obiettivo è di annullare le vibrazioni per abitazioni. Ad oggi si stanno progettando strumenti per schermare le frequenze residue che creano disturbo. Contiamo di arrivare alla soluzione entro ottobre 2025”. Sergio Cardinali (assessore Comune di Terni): “è necessario capire come questa azienda si rende compatibile per sostenibilità e produzione con il centro abitato cresciuto intorno ad essa. Se vogliamo continuare a produrre acciaio vanno trovate le soluzioni alle problematiche esistenti. C’è un accordo di programma fermo da anni per cui non si riescono a portare a casa parte delle risorse preziose e necessarie per rendere una produzione sostenibile”. Giovacchino Olimpieri (Fismic Consfal): “Come organizzazioni sindacali sin dal 2008 abbiamo firmato un protocollo su sicurezza e ambiente. Abbiamo chiesto un tavolo di aggiornamento che abbiamo avuto lo scorso 5 marzo dove erano presenti tutti gli enti e nel merito delle questioni ambientali l’Arpa ci ha confermato che in virtù delle normative attuali non esistono questioni dirimenti. È necessario però avere una certezza maggiore perché con la legge sappiamo che fino al 2030 non ci sono situazioni che possiamo abbattere. Sono ormai passati tre anni dalla presentazione di un piano industriale che però è legato ad un accordo di programma, fondamentale a quel piano industriale presentato ad aprile 2022. Nonostante i precisi impegni di un Ministro, ancora oggi siamo in una fase di incertezza. Fino a quando non sappiamo se l’accordo di programma sarà quanto previsto dall’azienda, noi saremo in un limbo. È necessario concludere quanto prima questa fase di incertezza perché dentro l’accordo di programma ci sono 200 milioni di euro che riguardano l’ambiente”. Alessandro Rampiconi (Fiom Cgil): “Da anni è nota la questione delle polveri e del nichel su cui l’azienda ci ha sempre detto di essere pronta ad intervenire. Abbiamo sempre chiesto investimenti sull’ambiente. Serve arrivare alla soluzione definitiva del problema ambientale e questo sta nell’accordo di programma”. Riccardo Marcelli (Fim Cisl): “Il ruolo sindacale è duplice, ogni giorno le nostre rsu si interfacciano con l’azienda per gli aspetti ambientali, la salute e la sicurezza, ma ci sta particolarmente a cuore anche la salute dei cittadini. Riteniamo che Terni abbia tutte le caratteristiche per rimanere città della manifattura. Noi sosterremo tutte le iniziative necessarie per rendere l’azienda sempre più sostenibile. In merito all’indagine epidemiologica invito la Regione a riattivare urgentemente il registro dei tumori creando le condizioni per uno staff medico al fine di conoscere meglio la situazione. Massima disponibilità per ogni tavolo tecnico”. Thomas De Luca (Assessore regionale Ambiente): “Ringrazio il comitato, l’azienda, le associazioni sindacali, il sindaco e l’assessore di Terni e i responsabili dei servizi regionali e ovviamente la seconda Commissione per l’organizzazione di questo incontro a Prisciano. L’Arpa pubblica sistematicamente i dati sul monitoraggio di metalli aggiornandoli mensilmente sul proprio sito web. Oggi si traccia un nuovo approccio che va al di là delle scadenze di limiti ed obiettivi che ci pone l’Europa, la questione deve essere presa in carico dalle istituzioni e far sì che i vari titolari dei diritti cosiddetti produttori di rischio si inseriscano all’interno di un tavolo per raggiungere il comune obiettivo per la soluzione del problema, partendo da due presupposti: la continuità produttiva garantendo i massimi standard di sviluppo economico e che vengano contestualmente tutelati l’ambiente e la salute pubblica. Il problema ‘nichel’ non riguarda soltanto Prisciano, ma l’intera città di Terni. Noi dobbiamo intervenire e ragionare sulla migliore strategia per raggiungere l’obiettivo, ovvero il raggiungimento della sostenibilità ambientale delle emissioni. La direttiva europea n. 2881 del 2024 fissa al 2030 un nuovo limite del nichel. Noi dobbiamo mettere in campo tutti gli strumenti pubblici per sostenere ed accompagnare che deve investire in innovazione ambientale. Il Governo nazionale deve ascoltare la richiesta di una rimodulazione dell’accordo per la qualità dell’aria che tenga anche conto del fattore industriale e che permetta di rimodulare ed ampliare le risorse già presenti per intervenire. È importante che il governo prenda in carico la nostra richiesta, inviata nei primi giorni di gennaio e risollecitata la scorsa settimana, di un incontro per rimodulare insieme ai comuni della Conca ternana le risorse. Per quanto riguarda l’accordo di programma la Regione è pronta per firmarlo. Oggi è necessario rendere meno conveniente smaltire in discarica le scorie e metterle invece sul mercato inserendo magari nell’accordo di programma un impegno per la presa in carico da parte del Governo per dire che la materia prima/seconda deve avere uno spazio di mercato vantaggioso rispetto alle materie prime che derivano dall’attività estrattiva”.

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