L'Aula di Palazzo Cesaroni ha approvato con voto unanime dei presenti (18) una mozione unitaria contro il femminicidio.
Il documento di indirizzo per
la Giunta regionale è stato sottoscritto dai consiglieri,
Meloni, Bettarelli, Bori, Paparelli, Squarta, Pastorelli,
Fioroni, De Luca, Puletti, Castellari, Rondini, Carissimi,
Morroni, Agabiti, Fora, Bianconi, Porzi.
La mozione condivisa rappresenta, in parte, una sintesi delle
due inizialmente presentate da parte del gruppo Pd (prima
firmataria la capogruppo Meloni) - "Misure di intervento volte a
contrastare i fenomeni di femminicidio e ad intensificare le
azioni di prevenzione e di coordinamento rispetto alla violenza
di genere", l'altra bipartisan firmata da Bettarelli (Pd),
Castellari, mancini e Puletti (Lega) dal titolo: "Reinserimento
lavorativo delle donne vittime di violenza)".
Il dispositivo approvato, illustrato in Aula dal presidente
dell'Assemblea legislativa, Marco Squarta che ha ringraziato gli
estensori del documento e tutti i consiglieri per la
condivisione del testo, impegna la Giunta regionale a:
"sostenere, garantire ed assicurare continuità ed affidabilità
del servizio nei centri anti-violenza, delle case rifugio e
degli sportelli dedicati alle vittime di violenza, attraverso lo
stanziamento di fondi pluriennali del governo e al contempo
promuovere campagne informative anche plurilingue riguardo al
numero antiviolenza 1522 e le reti antiviolenza presenti nel
territorio nazionale; a promuovere e sensibilizzare la
formazione del personale prevedendo forme di incentivazione in
modo che forze dell'ordine ed operatori socio-sanitari possano
riconoscere correttamente e velocemente i segnali della violenza
domestica assistita e più in generale di genere; a promuovere
interventi volti a sostenere l'autonomia economica e psicologica
delle vittime di violenza ai fini dell'inserimento lavorativo
anche attraverso forme di sostegno ad iniziative imprenditoriali
e contributi per la formazione professionale, anche attraverso
la diffusione del protocollo in vigore nella zona sociale 1 e a
siglarne uno a anche a livello regionale; a favorire e
concretizzare tutte le misure, i servizi ed il sostegno
possibile alle famiglie, fulcro e centro della crescita e della
vita dei ragazzi e delle ragazze affinché la casa sia sempre il
luogo del confronto, della condivisione, della risoluzione dei
problemi senza paura e senza timori.
A partire dalla famiglia
devono infatti consolidarsi valori sani e solidi con cui
crescere nel pieno rispetto del valore di ciascuno".
L'obiettivo è inoltre quello di "promuovere in ambito
lavorativo, scolastico e formativo e nei luoghi di istruzione
non formale, nei centri di aggregazione sportiva, culturale e di
svago, campagne informative e azioni di sensibilizzazione sul
tema dell'affettività e della cultura del rispetto della donna;
a promuovere nel settore delle comunicazioni e dei media
campagne informative e di sensibilizzazione sul tema rivolte in
particolar modo ai giovani, insegnanti ed operatori del settore
per poter favorire modelli positivi nelle relazioni tra uomini e
donne; farsi portavoce con il governo centrale affinché le
misure della legge sul femminicidio possano avere tempi rapidi;
a snellire i tempi della presa in carico della donna attraverso
una semplificazione ed agevolazione procedurale per attuare
l'allontanamento immediato e tempestivo tra vittima e aggressore
che spesso invece avviene con ritardo; promuovere una campagna
di sensibilizzazione rivolta agli uomini attraverso il
coinvolgimento del mondo del lavoro chiedendo all'imprenditore e
alle organizzazioni sindacali di favorire iniziative nelle quali
i protagonisti siano gli uomini; valutare nei casi di
femminicidio avvenuti sul territorio regionale la costituzione
di parte civile al fianco delle vittime nei processi poiché nei
casi di particolare impatto per la propria comunità ed il
sentire comune la Regione dovrebbe esercitare un ruolo forte di
sostegno, vicinanza e garanzia di diritti costituzionali".
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