"Il lavoro deve essere un mezzo di
emancipazione sociale, soprattutto per donne e giovani, e non
una causa di morte: il Primo maggio che ci avviamo a celebrare
sia un monito affinché un diritto costituzionalmente
riconosciuto torni ad essere quello che per cui è stato pensato,
ovvero uno strumento di gratificazione, di crescita e di
sviluppo dell'individuo e non un modo in cui morire per la
scarsa sicurezza": lo afferma in una nota la presidente
dell'Assemblea legislativa dell'Umbria, Sarah Bistocchi.
"L'Italia - prosegue - attraversa un momento difficile:
l'Eurostat ha certificato che il 9 per cento dei lavoratori, pur
avendo un impiego, è povero. I salari sono tra i più bassi
d'Europa, e l'Umbria non svetta tra le regioni italiane. Si
tratta di qualcosa di ormai inaccettabile, che lede la dignità
umana ed è anche anticostituzionale. Il caro vita, dovuto
all'inflazione, ha portato ad una spirale che spinge i redditi
verso il basso. Redditi che non si sono mai distinti per
livello, come ci ha ricordato ieri il presidente della
Repubblica, Sergio Mattarella, a Latina. Un contesto così
difficile non fa che aumentare le difficoltà e gli stimoli per
l'emigrazione dei giovani. La corsa al subappalto e al massimo
ribasso hanno fatto il resto, aprendo anche la strada
all'insicurezza, agli infortuni e alle morti. La priorità
italiana ed umbra è dunque il lavoro e l'attribuzione di un
salario giusto, per un lavoro sicuro ed equamente retribuito".
"L'Umbria - conclude Bistocchi - ha iniziato un percorso che
porterà ad investire di più nella sicurezza, con il
coinvolgimento delle organizzazioni sindacali e delle
associazioni datoriali. Tutte azioni in sinergia, che dovranno
riguardare anche il sostegno al reddito e al lavoro, che sarà
importante mettere in campo nei prossimi mesi".
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