"Questo è il Vinitaly
dell'esame e della speranza. La situazione non è bellissima,
siamo in una sorta di tempesta perfetta, ma non perdiamo la
fiducia": così all'ANSA Riccardo Cotarella, presidente di
Assoenologi, a margine della giornata inaugurale del Vinitaly
2025, in corso a Verona. "Il vino italiano è più forte di tutto
ciò che vi è contro: è la nostra storia, la nostra bandiera, un
simbolo del Paese", ha aggiunto l'enologo umbro.
"Non è solo una questione di dazi - ha spiegato Cotarella -
ma anche del rapporto tra vino e salute, del nuovo codice della
strada, di una certa stampa che sembra divertirsi a screditare
il settore. Ma noi restiamo al fianco dei produttori. Ci siamo e
siamo certi che riusciremo a uscire da questo momento
complicato".
Parlando proprio dei dazi americani, tema caldo di queste
ore, Cotarella non ha dubbi: "È chiaro che avranno un'influenza,
perché aumentano i costi per chi acquista il vino italiano". "Ma
resto fiducioso: il nostro vino non è facilmente sostituibile
con quello messicano, argentino o sudafricano" ha aggiunto.
"Siamo la storia del vino - ha sottolineato Cotarella -, e
questo legame profondo che gli americani hanno con
l'agroalimentare italiano non si cancella con una tassa. È
naturale che oggi ci sia un po' paura ma credo anche che gli
americani non siano così inconsapevoli da non rendersi conto che
una misura simile sarebbe impopolare, per loro e per noi".
Cotarella ha poi affrontato anche il tema dei vini
dealcolati e a bassa gradazione, sempre più richiesti dal
mercato. "Il vino è il vino - ha affermato - e il dealcolato non
è vino in senso stretto. Ma se questi prodotti possono
rappresentare un'opportunità per i produttori, noi ci saremo.
Dovranno essere fatti bene, anzi il meno cattivi possibile,
perché anche in quel segmento va garantita qualità. Il vino deve
essere aggiornato, tecnologicamente e commercialmente". "Se il
mercato chiede anche queste nuove tipologie, noi risponderemo
con serietà, ma senza mai rinunciare alla nostra identità" ha
concluso Cotarella.
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