"I nomi vengono
necessariamente dopo. Benvenuto Ruffini, benvenuto chiunque
partecipi e dia il proprio contributo": così il senatore Pd
Valter Verini, intervenendo a margine dell'assemblea annuale di
Libertà eguale che si svolge a Orvieto, rispondendo alla domanda
se l'ex direttore dell'Agenzia delle entrate possa assumere un
ruolo di leadership nel panorama politico progressista. "Sarà
questo anno e mezzo o due che ci separa dalle elezioni a far
maturare le leadership in grado di tessere la tela necessaria
per costruire non solo un'opposizione, ma una vera alternativa",
ha aggiunto.
Verini ha poi rimarcato l'importanza di "partire dal basso"
per costruire programmi condivisi, facendo un paragone con la
stagione dell'Ulivo degli anni '90. "Le alleanze devono basarsi
su punti programmatici comuni - ha spiegato - perché senza
accordi sulle questioni fondamentali si rischia di ripetere gli
errori dell'Unione del 2006, che metteva insieme tutto e il
contrario di tutto, con un governo precario sostenuto da un solo
voto al Senato".
Quanto al Pd, il senatore ha espresso un giudizio positivo
sul riposizionamento portato avanti dalla segretaria Elly
Schlein, sottolineando la necessità di parlare non solo alle
fasce più fragili, ma anche al mondo delle imprese e
dell'innovazione. "Il Partito democratico - ha detto Verini -
deve tornare a essere una forza che rappresenta tutto il Paese,
con una visione maggioritaria ma non autosufficiente. Solo così
sarà possibile attrarre alleanze solide e credibili". Sul
dibattito riguardante le cariche monocratiche, Verini ha
ribadito la sua contrarietà a un terzo mandato per i presidenti
di Regione: "Gestire miliardi di spesa per un tempo troppo lungo
concentra troppo potere. Due mandati sono più che sufficienti".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA