"La destra che governa l'Umbria
cerca dall'ultimo scorcio di legislatura quello slancio che è
mancato nel corso del mandato e costringe la Terza commissione
ad una approvazione forzata del Testo di legge cosiddetto 'sulla
famiglia', attraverso una forzatura che crea un pericoloso
precedente": così i consiglieri regionali Tommaso Bori (Pd) e
Thomas De Luca (M5s) in relazione alla riunione della Terza
commissione di Palazzo Cesaroni.
"La maggioranza - spiegano Bori e De Luca in una nota della
Regione - si è presentata con un emendamento interamente
sostitutivo della proposta di legge e che andava a modificare il
Testo unico in materia di sanità e servizi sociali. Mossa
inusuale, soprattutto alla luce della maratona elettorale che la
destra sta facendo. E, alla richiesta di nuove audizioni su un
testo di fatto stravolto, tale possibilità è stata rifiutata. Un
atto che crea un precedente e che limita i diritti delle
minoranze e dei cittadini, come del resto la destra ha
dimostrato di fare in tutti gli ambiti, non avendo ancora
nemmeno fissato le date delle elezioni".
"Riteniamo - continuano Bori e De Luca - che il nuovo testo
sia uno strumento di cui la destra aveva bisogno per fare la
loro campagna elettorale estremista e oscurantista. Uno
strumento che ha al suo interno troppi spazi di ambiguità e che
potrebbe consegnare i Consultori dell'Umbria ad associazioni che
si oppongono alla libertà delle scelte sul corpo della donna. Si
tratterebbe della degna conclusione di un mandato che, cinque
anni fa, era iniziato con la negazione dell'interruzione di
gravidanza farmacologica".
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