"A poche settimana dall'inizio
della campagna elettorale per le europee si susseguono gli
annunci sull'imminente firma per l'accordo di programma per Ast
Terni, correlato al piano industriale della proprietà ed allo
sviluppo potenziale del sito di produzione di acciai speciali,
che nonostante il calo del 39,2% dell'export registrato nel
2023, rappresenta un fetta fondamentale del Pil e
dell'occupazione della Regione Umbria ed è uno dei siti
nazionali ed europei maggiormente qualificati. A tal proposito
ritengo opportune alcune sottolineature. Anzitutto il grave
ritardo intercorso tra il passaggio di proprietà e la situazione
odierna ancora di stallo": lo afferma il consigliere regionale
Fabio Paparelli (Pd - portavoce delle opposizioni).
"Giova infatti ricordare - prosegue Paparelli in una nota
della Regione - che il closing con cui il gruppo Arvedi è
subentrato nella proprietà di Ast Terni risale al lontano
febbraio 2022. Ad oltre due anni, pochi giorni fa si è svolto
presso il Mise un incontro tecnico a valle del quale la
presidente Tesei avrebbe chiesto, per l'ennesima volta, tempi
brevi per arrivare alla firma dell'accordo. La presidente
dimentica evidentemente che siamo all'ennesimo annuncio (tutti
speriamo che questa sia la volta buona) e che ad ogni atto
presentato in Consiglio dalle minoranze ha sempre risposto con
annunci e proclami ad oggi mai concretizzatisi e soprattutto
dimentica che il governo con cui si rapporta è quello affine
alla parte politica che rappresenta. Non giovano neanche come
alibi i presunti ritardi e passaggi presso la Commissione
europea, in quanto non strettamente necessari per la stipula
dell'accordo in questione".
"Altro elemento fondamentale che occorre ricordare - prosegue
Paparelli - è che a due anni di distanza non c'è ancora un piano
industriale di Ast, nonostante le buone notizie relative al
mantenimento degli impegni rispetto a talune vicende come le
assunzioni del personale del tubificio. A fronte di ciò una
ulteriore buona notizia arriva dalla proprietà che si è resa
disponibile al confronto con le istituzioni locali e la città
nel suo complesso al fine di 'individuare le migliori priorità
di intervento sul territorio', mentre registriamo sul versante
della istituzione Regione una non disponibilità ad aprirsi alla
città ed alle parti sociali per comprendere le reali necessità
per lo sviluppo del sito produttivo e del territorio ternano nel
suo complesso. E' incredibile che la Giunta non avverta la
necessità di promuovere un confronto in Consiglio regionale ed
una condivisione con le parti sociali e con la città per
concertare obiettivi, progetti ed azioni dell'accordo di
programma: impianti, nuove produzioni, energia, ambiente,
sviluppo e ricerca, rapporti con la subfornitura del territorio,
sono temi esiziali. Inoltre sarebbe interessante conoscere quali
impegni e risorse intendono mettere a supporto dell'intesa la
Regione ed il governo".
"In particolare - prosegue il consigliere regionale - non ho
ascoltato una parola dalla Regione sui rapporti tra il gruppo
Arvedi Ast Terni e le aziende locali, a volte 'strattonate'. La
Giunta è stata silente persino sulla precarizzazione dei
rapporti, degli ordini, dei contratti, sui prezzi delle offerte,
per cui sarebbe stato e sarebbe opportuno, al contrario, nel
quadro della disponibilità annunciata dal Arvedi/Ast un tavolo
di confronto permanente con le associazioni imprenditoriali:
Confindustria, Confartigianato, Api/Confapi, per una intesa
quadro anche in una prospettiva di riqualificazione ed
innovazione. Senza dimenticare il ruolo delle medie e grandi
imprese che forniscono beni essenziali per la produzione di Ast,
come Sangraf (ex Elettrocarbonium) di Narni, che produce
elettrodi di grafite per i forni elettrici e quello delle medie
e grandi aziende utilizzatrice di acciaio inox Koning Ig Metall,
Fuerecia/Forvia del Gruppo Stellantis o lo stesso Tubificio, che
operano nel settore automotive".
"La terza questione su cui aprire un confronto ed un
dibattito - secondo il consigliere regionale di opposizione - è
relativa al fatto che si continua a parlare di un accordo di
programma che riguarderebbe solo Ast senza accennare ai
contenuti: quali investimenti, quali impianti per nuove
produzioni; come affrontare i temi dell'ambiente e dell'energia;
come sviluppare la ricerca in correlazione alla università
presente a Terni. Tutto ciò mette nel dimenticatoio la
necessità, invece, di una intesa che necessariamente deve
rivolgersi e riguardare l'intero territorio".
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