La camera penale di Perugia prende
posizione sulla vicenda di Ernesto Anastasio, l'ormai ex
magistrato del tribunale di sorveglianza di Perugia,
appassionato di letteratura, sospeso dalle funzioni e dallo
stipendio dal Csm per avere accumulato un arretrato record di
858 fascicoli e per il quale lo stesso Organismo ha ora attivato
la procedura per la dispensa del servizio. Lo fa dopo che il
Corriere dell'Umbria ha parlato di presunte diversità di
trattamento delle istanze avanzate da alcuni detenuti a seconda
del legale che li avrebbe rappresentati.
Secondo lo stesso quotidiano, Anastasio - noto come "il
giudice poeta" - ha sostenuto che "alcuni avvocati
obiettivamente hanno ottenuto un pò di più". "Ma non perché
fossero in procinto di farmi dei favori - ha aggiunto -,
assolutamente no. Da parte di alcuni avvocati c'è stata maggiore
presenza in ufficio, una cordialità, un'intuizione psicologica,
hanno capito come dovevano relazionarsi con me".
"Stupefatti, questa è la parola per commentare le ultime
dichiarazioni rilasciate dal dott. Anastasio" afferma in una
nota il presidente della Camera penale Marco Angelini. "La
'certificazione' dell'esistenza di favoritismi, sino ad ora in
corso di verifica - sottolinea -, impone certamente una
accelerazione al nostro Consiglio dell'Ordine sull'accertamento
di eventuali illeciti disciplinari, ma soprattutto attesta
inequivocabilmente la disparità di trattamento ricevuta dai
detenuti. E' sorprendente che il magistrato non si renda conto
del gravissimo vulnus che l'intero sistema di risocializzazione
ha ricevuto da tale incredibile condotta che va a minare in modo
insanabile quella fiducia nell'imparzialità e correttezza delle
istituzioni che rappresenta il fondamento per ogni tentativo di
applicazione dell'art. 27 della nostra Costituzione".
La vicenda di Anastasio è già all'attenzione della procura
di Firenze alla quale si erano rivolti mesi fa i vertici del
tribunale di sorveglianza di Perugia per segnalare gli effetti
per alcuni detenuti legati all'arretrato accumulato.
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