Recluse e reclusi dei carceri di
Perugia e Spoleto diventano poeti e le loro opere sono state
condensate nella raccolta "Quando il pianto è un canto". Farà da
apripista per creare una nuova sezione speciale del premio
letterario Città di Castello, riservata a tutti i penitenziari
italiani (dal titolo "Destinazione altrove - La scrittura come
esplorazione di mondi senza tempo").
L'annuncio è arrivato in occasione della presentazione,
nella sala del Consiglio della Provincia di Perugia, del
volumetto pubblicato su iniziativa dell'Associazione culturale
Tracciati Virtuali e della casa editrice LuoghInteriori.
"Quando il pianto è un canto" è il risultato del progetto
promosso dalla curatrice Francesca Gosti, che ha ideato un corso
di scrittura creativa nei due carceri umbri, affiancata
dall'associazione "Nel nome del rispetto". La silloge, che è
stata premiata dalla giuria del premio letterario Città di
Castello, è stata finanziata da "Tracciati Virtuali" e dalla
casa editrice tifernate LuoghInteriori, ed i proventi della
vendita verranno utilizzati per arricchire e integrare il fondo
dei volumi all'interno delle due case di reclusione.
"D'accordo con l'editore Antonio Vella abbiamo pensato di
strutturare questo progetto, istituendo una sezione del premio
letterario Città di Castello dedicata a tutti i detenuti
d'Italia" ha detto il senatore, Walter Verini, membro della
Commissione Giustizia del Senato. "L'idea - ha aggiunto - è già
stata accolta favorevolmente dal Dipartimento
dell'amministrazione penitenziaria".
Tornando a "Quando il pianto è un canto", la consigliera
delegata della Provincia di Perugia Erika Borghesi, lo ha
definito un "progetto nel progetto".
Per l'assessora alla Cultura del Comune di Città di
Castello, Michela Botteghi "la riabilitazione di un condannato
deve partire da un lavoro sulla sua stessa dignità".
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