Nove rinvii a giudizio sono stati chiesti dalla procura di Perugia in relazione ad alcuni commenti sul web relativi alla Pride parade che si svolse nel 2019 nel capoluogo umbro e per i quali i magistrati hanno ipotizzato a vario titolo i reati di 'propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale, etnica e religiosa' o diffamazione.
Parte lesa nel procedimento l'associazione Omphalos impegnata per la difesa dei diritti degli omosessuali che ha reso nota la notizia.
"Al rogo", "ve ce vorrebbe il fascismo almeno lo provate",
"giù di manganello" alcune delle frasi al centro dell'indagine.
Per Bucaioni "non è pensabile che si possa utilizzare una simile
violenza in modo così gratuito e pensare di farla franca".
"Insultare le persone per il loro orientamento sessuale o per la
loro identità di genere nel 2020 - aggiunge - non può essere più
considerata solo ignoranza. Il vero problema è che fin quando
non ci sarà una condanna forte e unanime da parte di tutto
l'arco politico e delle istituzioni, certe persone continueranno
a sentirsi giustificate".
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