Oltre 600 persone nell'aula magna
dell'Università per assistere al convegno sui 70 anni
dell'Accordo Degasperi-Gruber. Kompatscher: l'Europa è
un'opportunità.
"Per la nostra terra l'Europa è una visione, una prospettiva
e un'opportunità". Questo il messaggio lanciato dal presidente
della Giunta provinciale, Arno Kompatscher, nell'intervento di
apertura dell'atteso convegno dedicato ai 70 anni dell'Accordo
Degasperi-Gruber nell'aula magna dell'Università di Bolzano.
"Noi vogliamo sviluppare con successo la nostra autonomia e
ragionare su quale dovrà essere in futuro la strada che dovranno
percorrere l'Alto Adige e l'Euregio", ha sottolineato il
Landeshauptmann. "Dopo il convegno del 5 settembre a Castel
Firmiano che ha analizzato gli aspetti storici - ha aggiunto il
presidente - il focus è sugli aspetti giuridici dell'Accordo di
Parigi, sulla protezione delle minoranze in Italia e in Europa,
sulla funzione di potenza tutrice dell'Austria e sul significato
dell'Euregio. Per questo sono molto felice che partecipi al
convegno anche il presidente della Commissione europea, Jean
Claude Juncker". Tra gli oltre 600 partecipanti al convegno, il
presidente della Giunta ha salutato il vescovo Ivo Muser, i
presidenti Ugo Rossi (Trentino) e Günther Platter (Tirolo), l'ex
presidente Luis Durnwalder, il presidente dell'Università,
Konrad Bergmeister, il vicerettore dell'Università di Innsbruck,
Bernhard Fügenschuh, gli assessori della giunta provinciale, i
consiglieri provinciali, l'europarlamentare Herbert Dorfmann, il
presidente della Sottocommissione per l'Alto Adige del
Parlamento austriaco, Hermann Gahr, il console austriaco,
Wolfgang Spadinger il sindaco di Bolzano, Renzo Caramaschi e i
numerosi sindaci presenti, i parlamentari ed ex parlamentari e i
rappresentanti del mondo della cultura e della ricerca
scientifica. Un saluto particolare Kompatscher, infine, lo ha
rivolto agli studenti "che costruiranno il futuro della nostra
terra".
Il presidente Konrad Bergmeister ha aperto il proprio
intervento citando Wilhelm Leibnitz come precursore del pensiero
europeo che definì primo come "valore" il mantenimento della
propria lingua e cultura e riconobbe l'importanza della tutela
delle minoranze. Il vicerettore dell'Università di Innsbruck,
Bernhard Fügenschuh, ha, invece, sottolineato il crescente
livello di collaborazione tra i tre atenei dell'Euregio.
Christine Binder, docente all'Università di Vienna, ha
analizzato gli effetti dell'Accordo di Parigi e i principi di
tutela delle minoranze negli ultimi 70 anni. Parafrasando la
Fattoria degli animali di George Orwell, il costituzionalista
Antonio D'Atena ha definito l'autonomia altoatesina come "la più
speciale tra le speciali", soffermandosi quindi
sull'architettura costituzionale che permette l'esistenza sullo
stesso territorio di tre enti dotati di potere legislativo, la
Regione e le Province di Bolzano e Trento, con un progressivo
spostamento del baricentro dell'autonomia su queste ultime.
D'Atena ha infine sottolineato l'importanza dell'ancoraggio
internazionale dell'autonomia, anche nell'ipotesi che entrasse
in vigore la riforma costituzionale attualmente sottoposta a
referendum.
L'esperto di politiche europee e diritto internazionale
dell'Università di Innsbruck, Walter Obwexer, presidente del
centro di ricerca per l'integrazione europea del capoluogo
tirolese, ha parlato del ruolo di tutela dell'Austria alla luce
della normativa europea, mentre l'ambasciatore Helmut Tichy ha
sottolineato che l'Austria ha preso e prende tuttora sul serio
la funzione di potenza tutrice. "Lo fa relazionandosi da una
parte con l'Italia, ma anche con gli organismi internazionali
impegnati nella tutela delle minoranze", ha sottolineato Tichy.
Prima degli interventi conclusivi del presidente della
Commissione europea, Juncker, e del presidente Kompatscher il
professore dell'Università di Trento e ricercatore dell'Eurac,
Jens Woelk, ha analizzato un decennio di collaborazione
istituzionale tra Alto Adige, Trentino e Tirolo nell'ambito del
Gect Euregio. "Il superamento dei confini - ha detto - è un
simbolo dell'integrazione europea e la collaborazione ha grandi
potenzialità di sviluppo, ma vanno curati bene anche i rapporti
con gli Stati di riferimento e con l'Europa".
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