Come monitorare la qualità
dell'aria e come limitare l'impatto inquinante rappresentato
principalmente dagli ossidi di azoto e dalle PM10. Questi i temi
al centro di un workshop organizzato a Bolzano dall'Agenzia per
l'ambiente che ha visto la partecipazione di esperti provenienti
da Italia, Austria e Germania.
L'inquinamento ambientale provocato da ossidi di azoto e
PM10, in maniera particolare nelle zone maggiormente urbanizzate
e lungo le assi principali del traffico di transito, rappresenta
uno dei grandi problemi da affrontare in Alto Adige. Per farlo
occorrono interventi e misure sistematiche, e proprio di questo
si è discusso ieri e oggi (3 e 4 febbraio) nel corso di un
workshop organizzato dal Laboratorio di chimica fisica
dall'Agenzia provinciale per l'ambiente. Relatori provenienti
dall'ISPRA di Roma, dall'ARPA della Valle d'Aosta e dall'APPA di
Bolzano hanno discusso, assieme a circa 40 esperti italiani,
austriaci e germanici, gli aspetti teorici e le norme tecniche
legate alla misurazione della qualità dell'aria. Inoltre, sono
state simulate delle misurazioni sul campo ed in laboratorio,
ricreando delle concentrazioni note di gas prova.
"L'obiettivo - spiegano il direttore dell'Agenzia per
l'ambiente Flavio Ruffini e il direttore del Laboratorio di
chimica fisica Luca Verdi - è quello di intensificare la
collaborazione fra le diverse regioni arrivando a creare una
vera e propria rete a cavallo delle Alpi. La Provincia di
Bolzano, da questo punto di vista, può svolgere una fondamentale
una funzione di ponte fra le esperienze dell'area germanica e
quelle del mondo italiano". "L'iniziativa - aggiunge l'assessore
Richard Theiner - conferma e consolida il continuo confronto e
il legame con tutti i referenti tecnici che si occupano delle
misure di qualità dell'aria. Questo scambio di informazioni
conferma la bontà e la qualità del lavoro che si svolge in Alto
Adige".
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