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Preoccupa declino delle aree prative semi naturali in Valsugana

Preoccupa declino delle aree prative semi naturali in Valsugana

"Abbandono pratiche tradizionali ha avuto un ruolo cruciale"

TRENTO, 21 febbraio 2025, 16:48

Redazione ANSA

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In Valsugana, nel cuore delle Alpi orientali, in Trentino, è in atto "un preoccupante declino delle aree prative semi naturali, in particolare nelle zone di bassa quota, dove molte di esse sono state sostituite da vigneti, frutteti e insediamenti rurali. A media quota, invece, l'abbandono dei pascoli tradizionali ha spesso favorito il ritorno di arbusti e alberi, trasformando progressivamente questi ambienti in boschi. Anche alle quote più elevate, sebbene l'ecosistema si sia mostrato più stabile, si sono osservate modifiche nella composizione delle specie, con una riduzione delle piante tipiche delle alte montagne a favore di specie più comuni, probabilmente favorite dal riscaldamento globale e dall'aumento delle concimazioni del suolo". Lo comunica la Fondazione Museo Civico di Rovereto che ha collaborato ad uno studio coordinato dall'Università di Siena.
    L'indagine ha analizzato l'evoluzione della vegetazione ripetendo, nel 2022, 115 rilievi effettuati tra il 1986 e il 1988 da Filippo Prosser, botanico del Museo civico di Rovereto, allora laureando. I ricercatori hanno così esaminato i cambiamenti nella biodiversità vegetale e le trasformazioni degli habitat dal fondovalle alle vette.
    Lo studio ha documentato un fenomeno di 'turnover': molte piante sono state sostituite da altre più adatte alle nuove condizioni ambientali. In particolare, si è registrato un aumento di specie nitrofile (che richiedono terreni ricchi di azoto) di scarso pregio estetico a bassa e media quota e una diminuzione dei prati magri (che richiedono concimazioni non eccessive) con la riduzione delle specie tipiche di questi habitat, spesso caratterizzate da vistose fioriture.
    "L'abbandono delle pratiche tradizionali di gestione del territorio, come il pascolo e lo sfalcio, ha avuto un ruolo cruciale, soprattutto a media quota, favorendo la ricolonizzazione da parte di alberi e boschi. Parallelamente, nelle aree di fondovalle, l'intensificazione agricola ha trasformato molti prati in coltivazioni intensive come vigneti, meleti e piantagioni di piccoli frutti, o aree urbanizzate, favorendo così le specie nitrofile. Ancora più allarmante è il destino dei prati ancora falciati: oggi vengono concimati in misura molto maggiore rispetto al passato, con un impoverimento della loro flora", spiega Prosser.
   

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