Un algoritmo in grado di prevedere
il rischio di cadute e le fluttuazioni motorie della malattia
(i cosiddetti momenti "on - off") nei pazienti con Parkinson: lo
ha sviluppato un gruppo multidisciplinare coordinato
dall'Azienda provinciale per i servizi sanitari di Trento cui
hanno collaborato esperti della Fondazione Bruno Kessler,
dell'Irccs ospedale policlinico San Martino e dell'Università di
Genova. Coinvolti anche l'Istituto Giannina Gaslini di Genova,
l'Irccs ospedale San Raffaele di Milano e la Fondazione Don
Gnocchi di Firenze.
Dopo l'Alzheimer, il Parkinson è la seconda malattia
neurodegenerativa a livello planetario e a causa del crescente
invecchiamento della popolazione viene ipotizzato un raddoppio
dei casi entro il 2030.
Lo studio fa parte di NeuroArtP3, un progetto del ministero
della Salute nato nel 2020 per migliorare la gestione delle
malattie del sistema nervoso centrale sfruttando i dati clinici
già a disposizione. Il progetto ha beneficiato di finanziamenti
pari a 2,4 milioni di euro dello stesso ministero, delle regioni
dei centri partner (Liguria, Lombardia, Toscana) e della
Provincia di Trento.
Partendo da digitalizzazione, armonizzazione e organizzazione
dei dati dei pazienti affetti dal Parkinson ricoverati, i
ricercatori hanno strutturato gruppi di dati standardizzati
specifici per la malattia e identificato modelli di variabili
cliniche e neuropsicologiche, basati sull'intelligenza
artificiale, fondamentali per la previsione delle possibili
traiettorie della patologia. Nella prima fase dello studio,
quella retrospettiva, i ricercatori si sono concentrati sulla
sistematizzazione dei dati dei pazienti già da tempo in carico
al centro Parkinson. Nella seconda, quella prospettica, le
stesse variabili verranno analizzate nei pazienti di nuova
diagnosi.
"Una volta sviluppati e validati, questi modelli daranno un
grande supporto allo sviluppo delle conoscenze per migliorare la
prevenzione, la diagnosi e il trattamento di queste malattie",
ha assicurato Maria Chiara Malaguti, dirigente medico dell'unità
di Neurologia dell'ospedale Santa Chiara di Trento.
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