La funesta visita di Adolf Hitler
a Firenze nel 1938 è focus dell'evento di approfondimento
culturale che gli Uffizi propongono quale iniziativa nella
ricorrenza del Giorno della Memoria. Al centro il bozzetto,
realizzato dal pittore Silvio Polloni, dell'allestimento con
decorazioni naziste predisposto per accogliere il discorso del
Fuhrer in piazza Vittorio Emanuele, l'attuale piazza della
Repubblica, ottenuta anche con la risistemazione ottocentesca
del Ghetto fiorentino. L'opera costituisce l'ultimo pezzo della
mostra 'Gli ebrei, i Medici e il Ghetto di Firenze' in Palazzo
Pitti. A condurre l'approfondimento sarà lo storico Piergabriele
Mancuso, ricercatore del Medici Archive Project e curatore
dell'esposizione stessa. Il momento, accompagnato da un saluto
del presidente della Comunità ebraica fiorentina Enrico Fink,
verrà trasmesso sulla pagina Fb delle Gallerie degli Uffizi
sabato 27 maggio alle ore 15.
"Il bozzetto - spiega Mancuso - chiude il percorso
espositivo della mostra ma apre un capitolo fondamentale della
nostra storia. Dalla segregazione e dalla separazione fisica,
dettate da leggi canoniche e dal furore del pensiero
controriformato, si passa ad un nuovo modo di intendere
l'antiebraismo, che diviene un pensiero pseudo-scientifico
basato su assunti razziali e che vede nell'annullamento fisico
dell'altro un fine fondamentale".
La visita ufficiale di Adolf Hitler a Firenze si svolse il 9
maggio 1938. Dopo Roma e Napoli, la cosiddetta 'Festa del
saluto' prevedeva che il Fuhrer, Mussolini e i principali membri
della gerarchia nazista, attraversassero una città occupata da
vessilli con fasci littori, svastiche e altre decorazioni.
Mentre aumentavano gli arresti dei dissidenti, un gruppo di
giovani artisti diretti dal pittore Silvio Polloni fu incaricato
del bozzetti per la generale opera di maquillage del centro
storico. Le tribune d'onore vennero poste in piazza Vittorio
Emanuele II là dove sorgeva il ghetto. La tragica coincidenza
spaziale che lega il bozzetto all'ex ghetto di Firenze, viene
evidenziato, evoca e anticipa la tragedia della Shoah.
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