Una nuova interpretazione di Elias Canetti, premio Nobel per la letteratura nel 1981 e autore di opere quali Auto da fé (1935) e Massa e potere (1960).
E' quanto offre Alfonso Musci con 'Elias Canetti.
Il pescatore nei
secoli' (Collana Le Navi - Castelvecchi editore, 192 pagine, 22
euro).
Dal dialogo serrato con i suoi "terribili" e "ammirevoli"
maestri - Machiavelli, Hobbes, Nietzsche, Kraus, Kafka, Benjamin
-, alle intuizioni di spinose questioni bioetiche e ambientali,
il "pescare nei secoli" di Canetti, nei "cento modi" in cui gli
eventi si sarebbero potuti svolgere, è sempre più attuale. Con
l'ambizione messianica di riscrivere la storia dal punto di
vista di quei vinti che gli stanno più a cuore: gli oppressi,
gli animali, i morti. E con il presentimento dei pericoli futuri
suscitato da concreti e documentati orrori - epidemie, guerre,
genocidi, catastrofi nucleari, disastri ambientali -, il ricorso
ad antiche e nuove fonti per la filosofia: i miti e le
antropologie primitive, la sapienza greca e orientale, la
zoologia e l'ecologia. Su questa strada ogni delusa attesa di
sistematicità è compensata da un chiaro disegno di rifondazione
del pensiero europeo e dalla spietata preveggenza di alcuni
"rischi" che stanno minacciando il pianeta e la biodiversità.
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