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Un'Europa non a due velocità ma a due lentezze, con un pil che non riesce a decollare e strangolata da un tasso di cambio eccessivo, mentre le Istituzioni dell'Unione rimangono scollate dai cittadini. Non è un quadro confortante quello che emerge dal dibattito "Quale Europa?" organizzato in occasione della presentazione de 'La Sfida europea', 35 incontri con esperti, politici, economisti, realizzata dalla web-tv della Treccani e che, in collaborazione con l'ANSA, è online da oggi. "Quello che colpisce non è che l'Eurozona vada a due velocità ma che vada a due lentezze" sostiene Giuliano Amato parlando dei dati sul Pil. Giulio Tremonti mette l'accento sul fatto che l'eventualità della crisi non sia stata prevista dai Trattati, nei quali non si "trova la parola crisi" perché la loro struttura è "tutta positiva e progressiva" e "il bene è la regola e il male l'eccezione". Poi avverte: se ci fosse una prossima crisi bancaria, "pensare di gestirla usando i soldi dei risparmiatori causerebbe una rivolta sociale". Entrambi sono d'accordo sulla modifica del tasso di cambio che - secondo Tremonti "non è assolutamente adatto a questa realtà" e per il quale - sottolinea Amato - "la prima cosa da fare è farlo scendere" perché priva le economie più deboli di valvole di sfogo "come la svalutazione". Inevitabilmente presente, nel dibattito, la Germania che "nella malattia europea è arrivata a condividere gli aspetti negativi di uno che era malato da prima, e cioè l'Italia" ha spiegato Amato, rispondendo a una domanda del direttore dell'ANSA, Luigi Contu, che aveva sottolineato come "i dati del Pil sono bruttissimi per il nostro Paese ma sono un segnale brutto anche per l'Europa che è ancora a due velocità. "I dati danno in crescita la Germania dello 0,8% il che significa che ha finito per essere partecipe della malattia generale che ha colpito l'Eurozona", ha aggiunto Amato, ricordando che l'Italia, nella presidenza del semestre europeo "può approfittare della situazione di palese soffocamento delle economie europee per porre sul tappeto le riforme di cui tutta l'eurozona e l'Europa hanno bisogno". Per analizzare da dove viene e dove va l'Europa, e per "dare al popolo del web un'indicazione e una serie di punti fermi sulla storia dell'Unione" ha spiegato Giorgio Giovannetti, autore dell'Inchiesta, sono stati realizzati "35 brevi incontri, non più 5 minuti ciascuno, con i protagonisti della cultura italiana. Per capire il ruolo dell'Unione europea in un anno di svolta: elezioni del Parlamento, semestre italiano, entrata in vigore del Trattato di Lisbona, cambio dei vertici. Il tutto in un clima di crescente sfiducia verso l'Europa.35 incontri sull'economia, la demografia, la storia, il diritto, l'istruzione, la società. Senza nascondere problemi, ma con la convinzione che la scelta europea sia per il nostro Paese (e non solo) inevitabile".
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