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Nelle immagini lo scooter e i carabinieri che sfrecciano in via San Barnaba
di Fabrizio Cassinelli
Dopo tre notti di tensioni e vandalismi le ultime dodici ore sono trascorse tranquillamente, nel quartiere Corvetto di Milano, in subbuglio dopo la morte di Ramy Elgaml, il 19enne deceduto in un incidente stradale in scooter - era il passeggero - nella notte fra sabato e domenica, durante un inseguimento con i Carabinieri. E a gettare altra acqua sul fuoco ci ha pensato il padre di Ramy: "Siamo lontani da quanto accaduto l'altro ieri sera e ci impegniamo a rispettare la legge nel nostro secondo Paese, l'Italia" ha detto all'ANSA Yehia Elgaml.
Gli occhi gonfi e le mani callose dicono già tutto di quest'uomo che lavora da quando aveva 8 anni, che è immigrato faticosamente in Italia, e adesso passa le ore a piangere il figlio scomparso. Ma che non ha perso la lucidità: "Abbiamo fiducia nella magistratura italiana - ha affermato con convinzione - e non vogliamo vendetta ma solo sapere ciò che è successo. Ci dissociamo da tutti i violenti, ringraziamo tutti per la loro vicinanza, soprattutto gli italiani: mio figlio ormai era più italiano che egiziano".
"Chiedere chiarezza su cosa è accaduto è giusto, non c'è niente di male, ma i vandalismi no, non sono giustificabili" gli ha fatto eco Aly Harhash, 61 anni, presidente della comunità egiziana della Lombardia, a cui appartiene la famiglia di Ramy Elgaml. Anche Harhash vive nella stessa zona multietnica, segnata da anni di degrado, abusivismo e precarietà. Nel 2021 ha ricevuto il 'Premio Campione' dei City Angels per aver salvato un uomo il 12 settembre 2020 dopo il crollo di una palazzina in piazzale Libia a Milano.
La famiglia di Ramy è composta dai genitori e dal fratello maggiore di Ramy, di 24 anni, oltre che da una sorella e un altro fratello più grandi che vivono in Egitto. Il padre ha un'impresa di pulizie (la comunità egiziana tra tutte quelle di stranieri, presenta il il maggior numero di liberi professionisti e imprese in Lombardia, prevalentemente nel settore pulizie, edile e ristorazione). Il figlio faceva l'elettricista ma al momento era senza lavoro. Le foto lo ritraggono con il padre allo stadio, in vacanza con la famiglia o in Egitto, sua terra d'origine con cui non aveva reciso i legami. La famiglia le ha concesse con orgoglio come chi non ha nulla da nascondere, anzi, cerca di tenere alta la memoria del proprio congiunto.
Il sindaco Giuseppe Sala ha spiegato che ha "apprezzato" le parole di Yehia e che lo inviterà insieme alla fidanzata del ragazzo a Palazzo Marino. I suoi amici, che stanno pensando a una manifestazione pacifica e a creare una associazione hanno raccontato che "chi ha messo a ferro e fuoco il quartiere veniva da fuori".
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