Siti Internazionali
Se hai scelto di non accettare i cookie di profilazione e tracciamento, puoi aderire all’abbonamento "Consentless" a un costo molto accessibile, oppure scegliere un altro abbonamento per accedere ad ANSA.it.
Ti invitiamo a leggere le Condizioni Generali di Servizio, la Cookie Policy e l'Informativa Privacy.
In evidenza
In evidenza
Temi caldi
Condividi
- RIPRODUZIONE RISERVATA
Una serata dolce amara, una serata
di addii. Milan-Salernitana finisce 3-3 - un risultato di per sè
clamoroso - ma che non sposta gli equilibri. Una partita che non
aveva nulla da dire per la classifica ma che per Stefano Pioli
ha molti significati. Per l'ultima volta è entrato a San Siro da
allenatore rossonero, per l'ultima volta ha camminato nell'area
tecnica del Milan, per l'ultima volta ha rivolto lo sguardo agli
spalti gremiti che lo hanno applaudito. "Gli siamo immensamente
grati", ammette l'ad Furlani prima della partita. Pioli lascia
con il secondo posto in classifica e la certezza della Champions
League, risultato che Paulo Fonseca - il candidato più
accreditato a prendere il suo posto - non può rivendicare. Il
Lille non è andato oltre i preliminari di Champions League. Una
scelta particolare se dovesse essere confermata. Al momento
l'unica certezza però è che Pioli non sarà più il tecnico del
Milan. Non arriva la vittoria sulla Salernitana, la squadra di
Colantuono già retrocessa strappa un pari complice qualche
errore di troppo in difesa. Solita pecca del Milan che si fa
rimontare fino al 3-3 con la doppietta di Simy e la rete di
Sambia sul finale. Ma il risultato non conta, almeno per questa
sera di addii. Contano solo gli abbracci, i sorrisi e i gesti
d'affetto rivolti a Pioli. Il primo tributo arriva dalla squadra
e dallo staff, un abbraccio avvolgente prima del fischio
d'inizio quando lo hanno applaudito a lungo al centro di un
cerchio. Tutto lo stadio ha seguito la squadra nel ringraziare
l'allenatore. Gesti d'affetto arrivano soprattutto da Rafael
Leao che, dopo aver sbloccato la partita con un gol di rapina su
papera clamorosa di Fiorillo, corre dal suo allenatore per
abbracciarlo. "Il tuo nome è entrato nella storia del Milan - il
messaggio d'affetto scritto su Instagram dal portoghese nel
pomeriggio -, grazie per avermi aiutato a inserire il mio nome
nell'elité del calcio e a conquistare un posto importante in
questa grande società. Te ne sarò sempre grato". Finisce un
ciclo guidato da Pioli e che ha avuto anche tanti protagonisti.
Alcuni rimangono, altri lasciano come Olivier Giroud che si
congeda come sa meglio fare: con un gol. Esulta paciando lo
stemma del Milan sulla maglia, poi esce dal campo nella ripresa
con la standing ovation di San Siro. L'attaccante giocherà negli
Stati Uniti dopo aver segnato 49 reti e sbriciolando quella che
a lungo è stata 'la maledizione del numero 9' dopo Pippo
Inzaghi. Lascia anche Kjaer, per lui una manciata di minuti
finali. Il club saluta tutti con una passerella a fine partita,
nell'applauso dei tifosi, con i dirigenti in campo e nella
commozione dei protagonisti. Il Milan cambierà, magari non come
la scorsa estate, ma sicuramente in ruoli chiave dall'allenatore
all'attaccante titolare. "Il Milan del futuro - dice l'ad
Furlani - faremo di tutto per renderlo competitivo e faremo un
lavoro più mirato rispetto all'anno scorso quando abbiamo dovuto
fare un cambiamento profondo della rosa".
Condividi
Notizie ANSA Scegli l’informazione di ANSA.it
Abbonati per leggere senza limiti tutte le notizie di ANSA.it
Abbonati oraANSA Corporate
Se è una notizia,
è un’ANSA.
Raccogliamo, pubblichiamo e distribuiamo informazione giornalistica dal 1945 con sedi in Italia e nel mondo. Approfondisci i nostri servizi.
Resta connesso
Ultima ora