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E' la prima tappa di questo Tour che
si svolge interamente in terra francese, da Dax a Nogaro, come
da dire da una località che ama soprattutto il rugby a un'altra
che ha passione per il mondo dei motori. Il tutto lungo 181,8 km
con poche, anzi nessuna, ondulazioni e quindi terra di conquista
per i velocisti, protagonisti al termine di una giornata di puro
trasferimento, e all'inizio anche ad andatura cicloturistica.
Alla fine, essendo una giornata da sprinter, è andata secondo
copione, perché sul rettilineo del circuito automobilistico Paul
Armagnac il belga Jasper Philipsen, già vincitore ieri, si è
imposto di nuovo, ancora una volta grazie al gran lavoro di
Mathieu Van der Poel che ne ha 'pilotato' la volata. Così si è
dovuto arrendere l'australiano Caleb Ewan, che per un momento ha
dato l'impressione di avercela fatta e invece ha soltanto
migliorato il piazzamento di ieri, passando da terzo a secondo:
una beffa per lui e anche per chi ha criticato il modo di fare
la volata di ieri dei campioni della Alpecin. "Trovo davvero
stupido andare a destra e a sinistra in volata - ha detto prima
della partenza di oggi Fabio Jakobsen, che poi è caduto nel
finale -, come hanno fatto ieri a Bayonne i corridori
dell'Alpecin Deceuninck: Van der Poel e Philipsen per vincere
hanno tagliato la strada agli avversari. Non solo i corridori ma
anche gli organizzatori hanno delle responsabilità su questo
tipo di situazioni". Fatto sta che la storia, nel senso del
vincitore e di chi gli ha 'aperto' la strada, si è ripetuta e il
duo VDP-Philipsen l'ha fatta ancora da padrone, beffando gli
avversari e prendendosi anche la maglia verde di leader della
classifica a punti, mentre quella gialla rimane, ovviamente,
sulle spalle di Adam Yates, compagno di squadra di quel Tadej
Pogacar che fin da domani farà di tutto per indossare lui il
simbolo del primato, magari confidando nei presunti disaccordi
nella Jumbo Visma tra Van Aert e Vingegaard, che non andrebbero
più d'amore e d'accordo. Domani infatti è in programma una tappa
con le salite, quelle pirenaiche che prevedono la scalata del
passo di Soudet (15,2 km al 7,2%, classificati fuori categoria)
e Marie-Blanque (7,7 km all'8,6%, 1a categoria, e con gli ultimi
tre chilometri che offrono pendenze superiori al 10/11%), un
menu che probabilmente provocherà vari scossoni alla classifica,
anche se l'ultima vetta si trova a 18 chilometri dal traguardo
di Laruns. Lunga 162,7 km, la tappa di Laruns è quasi una copia
di quella del 2020, quando ci fu la prima vittoria di tappa in
un Tour di Tadej Pogacar, che attualmente è a quota nove. E'
quindi inevitabile pensare che lo sloveno già vincitore di due
Tour domani sarà l'uomo più atteso.
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