In 'Una spia che corre sul campo',
uscito poco più di un anno fa, aveva raccontato gli anni della
Brexit, immaginando un'alleanza tra i servizi segreti di Londra
e l'America di Trump con il duplice scopo di minare le
istituzioni democratiche europee e smantellare il sistema
internazionale dei dazi. "E' mia convinta opinione che per la
Gran Bretagna, per l'Europa e per la libera democrazia in tutto
il mondo, l'uscita della Gran Bretagna dalla Ue al tempo di
Trump e la conseguente dipendenza senza riserve sugli Stati
Uniti in un'era in cui gli Usa hanno imboccato la strada del
razzismo istituzionale e del neo-fascismo è un disastro senza
precedenti", aveva fatto dire a uno dei personaggi del romanzo.
E per manifestare contro la Brexit era sceso in piazza a
ottobre 2019 John Le Carré, maestro della spy story acclamato
nel mondo, celebre per le sue storie di spionaggio intrise di
realismo e critiche nei confronti della società moderna, dalla
Guerra Fredda ai fallimenti della globalizzazione, morto il 13
dicembre all'età di 89 anni.
Vero nome David J. M. Cornwell, nato a Poole, nella regione
inglese del Dorsetshire, nel 1931, Le Carré insegna
all'università di Eton, prima di diventare un funzionario del
ministero degli Esteri britannico ed essere reclutato dall'MI5 e
poi dall'MI6. Dall'esperienza nei servizi segreti prederà spunto
per creare il personaggio di George Smiley, leggendario
protagonista di numerosi suoi romanzi. L'esordio, in quell'anno,
è con 'Chiamata per il morto', poi verrà 'Un delitto di classe',
ma sarà la sua terza fatica letteraria, 'La spia che venne dal
freddo', uscito nel 1964, a regalargli la fama planetaria. Oltre
20 milioni di copie vendute nel mondo, racconta la storia di
Alec Leamas, agente britannico trasferito nella Germania
dell'Est, che sarà interpretato sul grande schermo da Richard
Burton nel primo di una lunga serie di adattamenti delle sue
opere, tra cinema e tv.
Basso, tozzo, occhiali spessi, paranoico, ma dotato di
intelligenza acuta, una sorta di anti James Bond, come lo
descrive lo scrittore in 'Candele nere' (1962), Smiley resta
l'eroe preferito di Le Carré. Ne La Talpa (1974) questo
formidabile ufficiale dei servizi segreti smaschera una talpa
sovietica infiltrata nelle sue fila. I sequel, 'L'onorevole
scolaro' e 'Tutti gli uomini di Smiley', vengono portati in tv e
al cinema con Gary Oldman nel ruolo di Smiley. Tra gli altri
romanzi celebri, 'La tamburina', 'La spia perfetta', 'La casa
Russia', 'Il direttore di notte', diventato di recente un serial
di successo (con il titolo originale The Night Manager) con Tom
Hiddleston e Hugh Laurie.
Con la fine della Guerra Fredda nel 1991, Le Carré mette
alla berlina nelle sue opere gli eccessi del nuovo ordine
mondiale costruito sulle rovine del muro di Berlino: mafia,
traffico di armi e droga, riciclaggio di denaro e terrorismo.
Sono gli anni di 'Il sarto di Panama' e 'Il giardiniere tenace',
approdato anche al cinema, che denuncia gli abusi delle
multinazionali farmaceutiche in Kenya. 'Il nostro traditore
tipo' e 'Una verità delicata' tracciano una satira feroce dei
padroni del mondo e delle manovre costruite nei salotti di
ambasciate, ministeri e banche.
Negli ultimi Le Carré ha scelto una vita ritirata, tra
Cornovaglia e Hampstead. Sposato due volte, ha avuto quattro
figli e tredici nipoti. Nel 2011 ha lasciato in eredità tutti i
suoi archivi alla Bodley Library, fondata all'inizio del XVII
secolo a Oxford, dove ha studiato lingue negli anni '50. "Per
Smiley, come per me, Oxford è la nostra casa spirituale",
spiega. "E mentre ho il massimo rispetto per le università
americane, la Bodley Library è il luogo dove riposerei il più
felice possibile".
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