(di Paola Mentuccia) Carmen Consoli sale
sul palco, imbraccia la chitarra e comincia a cantare.
Pochi minuti e il messaggio è chiaro: si è di fronte alla
cantautrice più importante della musica italiana degli ultimi
vent'anni. Una banalità, se si pensa alla sua lunga carriera, ai
riconoscimenti, alle recensioni dei giornali americani, al suo
impegno civile con il quale, con eleganza e fermezza, ha
combattuto contro il luogo comune. Ma nel tour l'"Eco di
sirene", che prende il nome dal terzo singolo del disco
"Mediamente Isterica" del 1998, Carmen Consoli sa andare anche
oltre. Trenta date, per la maggior parte sold out, 25 brani,
alcuni cantati e suonati dalla sola Consoli in acustico, altri
accompagnati da un violino e un violoncello. La forza, la
sicurezza, l'abilità nel gestire un set in cui non può mollare
mai la presa, la devozione al suo progetto e al pubblico, fanno
di lei una vera professionista della musica, un'artista della
vecchia scuola, come non se ne trovano più: le migliaia di
chilometri alle spalle si vedono nitidamente; quella lunga
formazione, quell'autonomia intellettuale alla quale
coerentemente non ha mai rinunciato sono oggi gli ingredienti
indispensabili della completezza di un tour maturo, che poggia
su solide basi. Doti e competenze, quelle di Carmen Consoli, che
latitano sempre di più nelle nuove stelle della musica e che
quando emergono già dai primi minuti di un concerto, si sentono
fortissime e lasciano a bocca aperta. Il nuovo progetto in trio
è l'evoluzione del tour teatrale "L'anello mancante", con il
quale nel 2008 la "cantantessa" ha registrato il tutto esaurito
in Italia, in Europa e negli Stati Uniti, dominando la scena
sola sul palco con le sue sei chitarre. Questa volta le chitarre
sono tre, come pure le sirene che appaiono sul palco-conchiglia,
creato dalla scenografa Camilla Ferrari: "Siamo tre fimmine",
sottolinea Carmen Consoli all'Auditorium Parco della Musica di
Roma, presentando Emilia Belfiore al violino e Claudia della
Gatta al violoncello. E sono "fimmine" anche le artiste a cui è
affidata l'apertura dei suoi live teatrali: Gabriella Lucia
Grasso per le prime due date romane e Eva, terza classificata a
X Factor 2016 e pupilla di Manuel Agnelli, questa sera e nelle
prossime date del tour. Ma "Eco di sirene" "è anche un allarme
di pericolo imminente, nel peggiore dei casi pericolo di
guerra", ricorda Carmen Consoli: "oggi c'è la guerra in Libia,
c'è la guerra in Siria, insomma, è molto di moda questa guerra".
Una guerra di tendenza, sottolinea poi la cantantessa, è anche
"quella quotidiana che coraggiosi leoni combattono dietro a una
tastiera, offendendo e calunniando gli altri". E poi c'è la
guerra "contro il dialogo pacifico tra popolazioni di diverse
culture e tradizioni", "una nazione che vota per isolarsi, come
l'Inghilterra, oppure un'altra che vota per alzare ancora muri,
come l'America".
Carmen Consoli ripercorre sul palco vent'anni di carriera con
una scaletta che ricorda ogni periodo, ogni album della sua
storia. Lo fa in concomitanza con l'uscita del singolo "Il
Conforto", in cui duetta con Tiziano Ferro, che ha di recente
emozionato l'Italia in mondovisione al Festival di Sanremo e che
ha già oltre sedici milioni di visualizzazioni su YouTube.
L'arrangiamento acustico non sembra vestire a pennello tutti i
suoi brani, che a tratti fanno sentire la mancanza della
chitarra elettrica e dell'anima rock della cantautrice e
compositrice catanese. Ma chi ha stoffa e sostanza può e deve
osare, ogni tanto. Il pubblico di Carmen Consoli lo sa e non ha
mai smesso di acclamarla.
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