"Da ora in poi potremo parlare di una via italiana all'arte
contemporanea". Con queste parole la presidente della Fondazione
Pecci Irene Sanesi ha battezzato stamane la preview della mostra
che celebra la riapertura del Centro per l'arte contemporanea a
Prato, a distanza di 28 anni dell'inaugurazione del museo. Sono
circa 14,4 i milioni di euro spesi dal 2007 al 2016 per la
costruzione del nuovo e avveniristico Centro per le arti
contemporanee Luigi Pecci, che ha previsto la risistemazione
degli spazi esterni e il restauro della vecchia struttura, oltre
alla costruzione del nuovo edificio anulare dorato, simile alla
forma di un'astronave, ideata dall'architetto olandese Maurice
Nio. Domani il museo sarà riaperto al pubblico con
l'inaugurazione di una mostra che si estende per tutti i 3.000
metri quadrati dell'edificio: l'esposizione, dal titolo 'La fine
del mondo', vede riunite opere di oltre 50 artisti
internazionali, tra cui Francis Bacon, Pablo Picasso, Andy
Warhol, Marcel Duchamp, Lucio Fontana, Umberto Boccioni. "Qui
deve nascere un racconto ambizioso, - ha detto il sindaco Matteo
Biffoni -, nella sfida che abbiamo cominciato questa é una tappa
importante". La vicepresidente della Toscana Monica Barni ha
ricordato "che la Regione ha creduto dall'inizio in questo
progetto", mentre il direttore Fabio Cavallucci ha sottolineato
la varietà delle arti che il nuovo museo propone: "dal cinema
alla danza passando per la musica". Il nuovo Centro Pecci sarà
aperto, tutti i giorni tranne il lunedì (eccetto il 17 ottobre),
anche la sera: l'orario per le visite è dalle 11 alle 23.
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