La prima sfilata senza l'ex direttore
creativo Massimiliano Giornetti e l'ultima con Michele Norsa
come ad per Salvatore Ferragamo che, pur in questo momento di
transizione, rimane fedele alla sua estetica di grande eleganza.
In passerella sfila un artista esploratore, inseparabile dal suo
grande zaino con tasconi, che tornano a decorare i pantaloni
fluidi e le sahariane, nuovo completo informale da giorno
insieme alla camicia-giacca infilata nei calzoni come una tuta
da lavoro.
Tanti i richiami artistici, a partire dai lavori dell'artista
astratto Hans Arp che tornano sotto forma di stampe sui foulard
buttati sulle spalle, come ricami in pelle sui blouson compatti,
come spille in pietra a decorare le giacche. Nuova la linea dei
pantaloni, morbidi e a vita alta, con la vita segnata dalla
cintura borchiata portata doppia e dai tasconi applicati, come
li portava l'artista russo Nicolas De Stael, altro riferimento
della collezione. E grande il lavoro artigianale, con un
giubbino fatto da 100 mila microtriangoli, tagliati e cuciti a
mano, che ricostruiscono un disegno di foglie ottenuto con 290
ore di lavoro.
Tanto lavoro anche per gli accessori, con la derby 'Tramezza',
un classico della maison, rivista in chiave futuristica, con uno
scudo di pelle elastica che torna anche su sandali e sneaker.
Fil rouge di tutta la sfilata lo zaino in canvas doppiato in
suede, spesso accoppiato al marsupio. Con l'uscita a marzo di
Giornetti e l'addio imminente di Norsa, che rassegnerà le
dimissioni formali nel cda di inizio agosto, per Ferragamo ora
si apre un nuovo capitolo: ci sono arrivi in vista sia per la
parte creativa sia per quella manageriale? "Meditiamo" risponde
Ferruccio Ferragamo.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA