(Di Francesco Gallo) I premi, ma
anche il coraggio, un po' di rancore verso certa stampa, il
futuro del cinema italiano e l'orgoglio di essere europei dopo i
tragici fatti di Parigi.
Questi alcuni dei temi dell'intervista rilasciata da Paolo
Sorrentino ieri sera tardi a Berlino dove agli Efa (European
Film Awards) con Youth - La giovinezza ha vinto tutto: i due
premi più importanti (miglior film 2015 e migliore regia) a cui
si è aggiunto quello non da poco di miglior attore andato al
grande Michael Caine.
FARE CINEMA - "I cani abbaiano, ma la carovana procede, come
dice un proverbio arabo. Questo è un lavoro che va fatto con il
massimo coraggio. Fischi e applausi fanno parte del gioco, ma la
carovana deve procedere".
CANNES - Il regista napoletano premio Oscar per La grande
bellezza non si sente risarcito affatto dagli Efa di non aver
vinto nulla con Youth all'ultimo Festival di Cannes: "di premi
ne ho avuti abbastanza con La grande bellezza. Certo, avere
avuto tre riconoscimenti così importanti per Youth mi fa
piacere. Mi riempie di gioia perché è un piccolo film quasi di
decompressione rispetto a La grande bellezza, un film intimo che
mi andava di fare. Quest'anno certo un premio europeo vale di
più. Nell'ambiente del cinema si sente una maggiore unità dopo
quello che è successo a Parigi".
OSCAR - Sul fatto che questi premi possano essere un volano per
una candidatura agli Oscar spiega Sorrentino: "quello che conta
è che il film, uscito la settimana scorsa, sta andando molto
bene in America, anche se c'è chi ha scritto sulla stampa
italiana che è stato stroncato, ma non è vero. E poi il film ha
già ricevuto due candidature ai Golden Globe (Jane Fonda e la
canzone di David Lang), una cosa sorprendente per un film
italiano, ma passata sotto silenzio in Italia".
YOUTH - LA GIOVINEZZA - "È un film sulla percezione della
realtà, un film di come si può affrontare il futuro con l'idea
di essere liberi. Una cosa che, ovviamente, si lega anche
all'oggi in cui sentiamo minata la nostra libertà. Per fortuna
l'Europa si sta compattando sul dolore e questo è un fatto
positivo".
CINEMA ITALIANO - "Non è vero che non ci sono coproduzioni
internazionali per il cinema italiano, basti pesare a Tornatore
e Guadagnino. Come non è vero che i riconoscimenti fanno
cambiare le cose a livello produttivo. Tocca alla politica far
cambiare le cose e anche ai produttori che in Italia sono troppo
ammalati di prudenza. Si cerca insomma di andare sul sicuro.
L'imperativo categorico di chi fa cinema deve essere nel segno
del coraggio, poi delle idee e, infine dello stile se si è
autori. La discriminante poi - aggiunge Sorrentino - non sono
gli attori importanti del cast, ma piuttosto fare un film
originale. Pensate al film di Crialese, Respiro, dove non c'era
nessun attore importante eppure era un grande film".
MICHAEL CAINE - "E' un attore che precede il personaggio. E' più
importante l'attore che il personaggio come diceva Cocteau.
Caine ha un carisma innato, è una figura a parte, oltre il suo
ruolo di grande attore".
THE YOUNG POPE - Sulla serie tv della Hbo, The Young Pope, che
sta girando a Roma non dice nulla, anzi si irrita di fronte alle
ripetute domande: "Non posso parlare di questa serie ho un
vincolo del silenzio con la Hbo. Non capisco poi perché non
parliamo di questi premi ora, purtroppo la stampa italiana
spesso no valorizza il cinema italiano come fa più spesso la
stampa estera. Gli altri paesi colgono momento felice e la
straordinarietà del cinema italiano di oggi, ma questo non vale
per i giornalisti italiani. Ad esempio pochi scrivono che sempre
più spesso gli Studios offrono di fare film agli italiani e
questo non è affatto giusto".
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