"Questa non deve essere una giornata
particolare per la comunità ebraica, ma per tutte le persone che
sanno qual è il bene e qual è il male". Sono le parole del
rabbino capo di Torino, Ariel Finzi, che ha partecipato questa
mattina alla cerimonia al cimitero Monumentale per il Giorno
della Memoria. Sul monito lanciato dalla senatrice a vita
Liliana Segre sul rischio di oblio della Shoah, il rabbino
ricorda che "nel giorno di Pasqua noi abbiamo l:uso di rileggere
la storia dell'uscita degli ebrei dall'Egitto e diciamo che
ognuno deve fare come se lui stesso fosse uscito dall'Egitto e
con questa formula abbiamo mantenuto la memoria per 3mila anni.
Credo che questa - sottolinea - debba essere la formula, che
ognuno di noi debba pensare a quei bambini che sono morti, alla
storia della Shoah come se fosse una sua storia personale, della
sua famiglia e così raccontarla. Questo è forse l'unico modo per
tramandare la memoria senza avere i testimoni diretti". Durante
la cerimonia, alla quale hanno preso parte fra gli altri il
sindaco Stefano Lo Russo e il vicepresidente del Consiglio
regionale Daniele Valle, oltre alla preghiera del rabbino
davanti alla lapide con i circa 400 nomi degli ebrei torinesi
partiti dal binario 17 e morti nei campi di concentramento, è
stata anche celebrata dal diacono Marco Allara una preghiera
davanti alle steli dei deportati politici e degli internati.
Presenti anche alcuni studenti del liceo Regina Margherita
impegnati in un progetto di Pcto che ha come obiettivo il
rinnovamento delle cerimonie istituzionali nel cimitero
Monumentale.
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