Non è solo la passione la voglia di
conquistare altre vittorie, ma anche la sensazione "di poter
così contribuire alla popolarità del tennis" a spingere Novak
Djokovic a non mollare e continuare a scendere in campo a 37
anni. Il campione serbo lo ha detto nella conferenza stampa alla
vigilia dell'esordio al Masters 1000 di Madrid, dove affronterà
al secondo turno l'italiano Matteo Arnaldi per cominciare il
percorso al possibile successo n.100 sul circuito Atp.
Djokovic non gioca a Madrid dal 2022, quando fu sconfitto in
semifinale da Carlos Alcaraz, che però non partecipa al torneo
per un infortunio. "Quello che Alcaraz ha ottenuto alla sua età
non è normale. Sono sicuro che lo vedremo ancora spesso vincere
i trofei più prestigiosi nei prossimi 10, 15 anni" ha detto
Nole, ultimo rappresentante della generazione di campioni che ha
lasciato spazio a Jannk Sinner e compagni. "Ci vuole un po' di
tempo perché la gente accetti il fatto che Roger Federer e Rafa
Rafa non giocano più, e nemmeno Andy Murray. E un giorno
toccherà anche a me - ha aggiunto -. Ma sto ancora cercando di
restare lì e rappresentare la vecchia guardia. Lo sport però è
più importante di ogni individuo. Siamo tutti qui al servizio
del tennis e negli ultimi anni i grandi tornei, non solo gli
Slam, hanno registrato un pubblico da record. È un buon segno,
perché l'affluenza non dovrebbe dipendere solo dalle grandi
stelle o dalle leggende del gioco che si sono ritirate. Lo sport
dovrebbe sopravvivere a tutti, e lo farà".
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