"Un bel risultato, a 131 anni dalla
fondazione del Comitato Olimpico Internazionale. Mi ha colpito
molto il fatto che sia passata al primo scrutinio con una
maggioranza schiacciante, la volevano tutti. Mi spiace per il
mio amico Juan Antonio Samaranch Jr, ma la votazione di Kirsty
Coventry è la dimostrazione che anche il mondo dello sport ha
una considerazione ormai paritaria per manager uomini e manager
donne e questa è una bella cosa". Così Evelina Christillin,
membro aggiuntivo della Uefa nel Consiglio della Fifa, su Kirsty
Coventry nuova presidente del Comitato Olimpico Internazionale.
Poi Christillin, tifosa bianconera doc, commenta anche l'esonero
di Motta e l'arrivo di Tudor: "Non mi permetto di giudicare, non
conoscendo tutti i retroscena. La girandola di allenatori degli
ultimi anni fa pensare che ci siano dei problemi strutturali.
Giuntoli aveva un buon progetto basato sui giovani e soprattutto
era stato affidato al presidente Ferrero e all'ad Scanavino il
compito di aggiustare i conti, cosa che stanno facendo. Però
purtroppo, da settembre a oggi, il progetto sportivo non si è
realizzato. I numeri sono impietosi, la Juve è fuori da tutto.
Quindi forse è anche giusto cambiare". Fiducia a tempo per
Tudor, già si parla di altri nomi per l'anno prossimo "È un po'
pesante, ma ci avrà pensato. Lui la Juventus la conosce bene,
avrà soppesato pro e contro, è un all-in. Noi juventini gli
facciamo i migliori auguri". Se fosse la presidente della Juve,
chi sceglierebbe? "Antonio Conte. Si tratterebbe l'ennesimo
ritorno. Ma Antonio l'ho visto tante volte in azione, anche in
Nazionale. Come motivatore non c'è nessuno meglio di lui. Ma
anche altri nomi sono straordinari come Mancini e Gasperini.
Tutti allenatori con qualità enormi, bisogna vedere quali siano
le motivazioni per accettare una sfida del genere".
Bilancio esperienza da dirigente Uefa e Fifa: "Il mandato -
conclude scade il 3 aprile con l'ultimo congresso a Belgrado. È
stata una scelta mia non ricandidarmi, ma sinceramente nove anni
più dieci di Cio più condizioni di salute non brillantissime mi
hanno fatto pensare che fosse meglio così. Ho scritto una
lettera ai miei colleghi, sono tutti dispiaciuti, affettuosi e
carini, ma penso di aver fatto la cosa giusta. Esperienza
meravigliosa ma anche difficilissima, basti pensare alla
pandemia, alle guerre, alla Superlega. Vedere la gestione
compatta e unitaria di tutto il fronte Uefa è stato complicato
ma bello. Di certo non mi sono annoiato".
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