"Ciao Gigi, scusa se ti
disturbiamo. Come stai? Cosa combini? Quaggiù arrivano notizie
frammentarie. Pare che tu abbia ritrovato l'intesa storica con
Pietruzzu e formato un tridente da sogno con Gianluca e Totò. Ve
la dovete vedere con quel ragazzo col numero 13 che sta in
difesa, uno forte, duro da superare. Non sappiamo se sia tutto
vero, ci piace pensarlo". Inizia così il lungo post pubblicato
dal Cagliari a un anno dalla scomparsa di Gigi Riva.
"Chissà che duetti con Diego e Pablito, che duelli con Kaiser
Franz, e magari hai riportato in servizio il tuo amico Fabio, il
Ragno Ner". Ma, come sempre, al tuo fianco hai i tuoi amici,
prima che compagni, di quella avventura meravigliosa: Claudio,
Eraldo, Mario, Comunardo, Giulio, Cesare e Bobo.
Da quando ci hai lasciato, non è più la stessa cosa - scrive la
società di cui Riva era presidente onorario -. Ti abbiamo
celebrato in ogni modo. Per come ti conosciamo, avrai tirato una
sbuffata di fumo dalla tua centesima sigaretta, abbozzato un
mezzo sorriso e pensato che siamo tutti matti. Avrai commentato
che non meritavi tanto, che in fondo eri solo un calciatore,
come avevi detto in un'intervista alla Rai nella pancia del
Sant'Elia dopo l'ultimo infortunio, col Milan nel 1976. La
verità è che ti abbiamo voluto bene e che ci manchi. È trascorso
un anno, è corso veloce come facevi tu quando ti involavi palla
al piede verso la porta avversaria e facevi a pezzi difensori e
portieri. Forse non l'abbiamo ancora accettato. Il fatto è che
per noi eri qualcosa di più di un calciatore. Eri il nostro Re
guerriero, rifiutavi la corona e continuavi a lottare. Parlavi
poco, ma quel poco era sufficiente. Contavano i fatti, no? Eri
il nostro vanto, il nostro orgoglio. Un vessillo da esibire, la
roccia alla quale aggrapparsi quando le raffiche di vento si
facevano più imperiose. Il nostro faro, la nostra certezza. Ti
mettevi dalla parte dei più deboli, nemico delle ingiustizie.
Sei arrivato in una Terra sconosciuta e selvaggia dove ti sei
sentito a casa; con i tuoi compagni di avventura l'hai resa
un'Isola felice e simpatica a chi la guardava da oltre il mare
con gli occhi foderati da pregiudizio e ignoranza. A forza di
rovesciate, hai capovolto il nostro mondo. L'hai fatto migliore.
Adesso ci restano i ricordi. Ciascuno ha i propri, custoditi nel
profondo. Piccole istantanee da tirare fuori in una notte buia.
Ora ti lasciamo tranquillo, Gigi. Un saluto forte, fin lassù".
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