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Giovani e periferici, il fronte dei nuovi cardinali

Giovani e periferici, il fronte dei nuovi cardinali

I loro temi guerre, ecologia e IA, cercano un Papa 'Christ like'

CITTÀ DEL VATICANO, 30 aprile 2025, 16:35

di Nina Fabrizio

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Giovani e periferici, il fronte dei nuovi cardinali - RIPRODUZIONE RISERVATA

Giovani e periferici, il fronte dei nuovi cardinali - RIPRODUZIONE RISERVATA

Una pattuglia non ancora molto nutrita e non ancora un partito forte magari come quello "romano", che in questo conclave appare in grande spolvero. Eppure sono già una formazione trasversale, battagliera, formata soprattutto dalle porpore più giovani, capace di crescere e assumere una certa influenza e indicare nelle congregazioni generali delle discriminanti nella scelta del futuro pontefice.

Sono i cardinali più giovani, quelli della fascia 50-60 anni, tutti di nomina bergogliana che alle congregazioni, secondo quanto si apprende, stanno facendo sentire la loro voce su temi come le guerre e i conflitti, le risorse energetiche e minerarie, la deforestazione, le urgenze più materiali e cambiamenti epocali come quelli imposti dall'Intelligenza artificiale. Problematiche che le Chiese europee, pur con tutte le loro difficoltà, vedono solo da lontano "senza rendersi conto di quanto sono fortunate".

Tradurre in voti questi interventi e queste sollecitazioni in un conclave dove, viene ribadito, tanti non si conoscono, è ancora prematuro. Tuttavia alcuni tra coloro che hanno preso la parola in questi giorni hanno avuto modo di conoscersi tramite le riunioni del sinodo. E difatti sono anche tra quanti hanno posto proprio la questione della continuità con la sinodalità avviata da Francesco, anzi indicata dal Papa argentino proprio come la via per superare le polarizzazioni e procedere nel segno del Vangelo, oltre la solita divisione tra destra e sinistra.

Possono venire dall'Africa oppure da altre chiese che sono magari minoranza nei loro Paesi, come alcune asiatiche, come anche dal Sud del mondo. "La polarizzazione nella Chiesa non viene dallo Spirito Santo - spiega una voce dalle Congregazioni - ma da altre forze e molti cardinali parlano di sinodalità: quelli che erano al sinodo, certo, ma anche altri. Chiedono se non possiamo avere un altro modo di parlarci, di confrontarci, in modo da realizzare una piena condivisione, proprio come era stato il modello del sinodo con un confronto tra pari. Quando parli con cardinali più giovani, loro parlano di più di sinodalità".

Questo fronte inedito, il vero frutto di Francesco, che non si era mai visto nei conclavi precedenti, è alla ricerca di un Papa "Christ-like", simil Gesù, "una figura buona, umile, con qualità di leadership" ma non certo una leadership "alla Trump", più un "team leader". Il nuovo Papa "dovrebbe essere un uomo di preghiera, umile, aperto alla realtà, uno che veda Dio nella realtà e lo incontri nella realtà. Abbiamo di fronte sfide enormi, come diceva Francesco siamo di fronte a un cambiamento d'epoca, di fronte al quale non puoi prepararti strategicamente ma puoi avere occhi aperti e orecchie aperte, e devi avere una forte fiducia in Dio, che Dio è lì, in questo mondo, soprattutto tra i giovani apparentemente lontani".

Questa figura Christ-like, dicono sempre fonti cardinalizie che partecipano all'assise, deve essere "qualcuno che quando dice 'Dio ti ama', deve anche farti sentire che è vero". E' noto che una figura di riferimento in questo ambito sia il cardinale maltese Mario Grech, che sarebbe molto apprezzato da quanti hanno collaborato con lui nelle sessioni sinodali. "Ma ce ne sono anche altri - si avverte -, chiunque abbia questo profilo nel momento in cui sarà eletto entrerà certamente in quello che noi chiamiamo lo stato di grazia". 
   

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