Basta "alibi", distinguo e scuse: la violenza sulle donne è "un'emergenza continua", scrive il presidente della Repubblica in un messaggio per la Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne. Passano pochi minuti e il vicepremier Matteo Salvini torna a smarcarsi: "Difendere le ragazze significa anche riconoscere l'inevitabile e crescente incidenza degli aggressori stranieri", ribadisce sui social. Poco più tardi è il turno della premier Giorgia Meloni che sembra allinearsi alla visione del leader della Lega: "adesso - premette - verrò definita razzista, ma c'è una incidenza maggiore, purtroppo, nei casi di violenza sessuale, da parte di persone immigrate, soprattutto illegalmente".
Quello sugli immigrati, rincara Salvini, è "un dato preoccupante che non sminuisce in alcun modo i casi italiani ma evidenzia le pericolose conseguenze di un'immigrazione incontrollata, spesso proveniente da Paesi che non condividono i principi e i valori occidentali".
Il 25 novembre, cioè la giornata per l'eliminazione delle violenze sulle donne, viene celebrato in tutto il mondo con manifestazioni, eventi e proteste. I numeri sono ancora impressionanti: secondo una indagine dell'Ue sulla violenza di genere, circa 50 milioni di donne tra i 18 e i 74 anni, ovvero quasi il 31%, ha subito violenza fisica o sessuale, minacce incluse. Le Nazioni Unite invece segnalano come almeno 85.000 donne e ragazze sono state uccise intenzionalmente in tutto il mondo nel 2023, "la maggior parte da parenti".
In Italia più dei dati dominano le schermaglie semantiche, le interpretazioni politiche delle parole che, al di là del dizionario, sono sostanza per la vita delle donne. Come il termine "patriarcato" bollato, tra le polemiche, nei giorni scorsi dal ministro dell'Istruzione Giuseppe Valditara come una mera "visione ideologica". Ancor di più divide la sottolineatura, ripetuta da Meloni e Salvini, di una maggiore incidenza di violenze contro le donne da parte degli immigrati. In una giornata nella quale due italiani sono sotto processo proprio per l'omicidio di altrettante donne (Impagnatiello condannato all'ergastolo per l'omicidio di Giulia Tramontano e Turetta che lo rischia per quello di Giulia Cecchettin) l'opposizione si schiera sulla linea di Mattarella.
Ad esempio il leader del Movimento 5 stelle, Giuseppe Conte, si associa alla richiesta di evitare alibi: "la violenza, le molestie contro le donne non possono avere alcuna giustificazione" e "nulla - sottolinea - può giustificare la sopraffazione, nessuna scusa!". "Non c'è spazio per la negazione di ciò che è sotto gli occhi di tutte e tutti, le istituzioni dovrebbero lavorare insieme per mettere fine alla violenza strutturale contro le donne", insiste la segretaria del Pd Elly Schlein. Il capo dello Stato è stato durissimo nel denunciare i ritardi della società e della politica italiana: "è addirittura superfluo sottolineare che non ci sono scuse accettabili a giustificazione della violenza di genere. La violenza contro le donne presenta numeri allarmanti. È un comportamento che non trova giustificazioni, radicato in disuguaglianze, stereotipi di genere e culture che tollerano o minimizzano gli abusi, che si verificano spesso anche in ambito familiare".
Mentre esistono ancora Paesi che vietano alle donne il diritto di manifestare nel 25 novembre (oggi la Turchia di Erdogan ha negato la piazza di Istanbul) il governo, attraverso il ministro Elisabetta Casellati, annuncia la nascita di un "tavolo tecnico per redigere un testo unico sulla violenza di genere". Che dovrebbe vedere la luce a marzo. La premier poi lancia un appello aprendo il consiglio dei ministri: "la politica ha già saputo dare in più occasioni un segnale di unità e mi auguro che si possa continuare su questa strada, al di là delle differenze e oltre gli steccati ideologici". Le istituzioni danno segnali di presenza, si moltiplicano le panchine rosse e la Camera dei deputati dedica "un minuto di rumore, a Giulia Cecchettin. Presente anche il padre di Giulia, Gino, visibilmente commosso per l'iniziativa in memoria della figlia.
Meloni: 'Volenza contro le donne piaga sociale e culturale'
"Oggi è la Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne. Una giornata che ci porta a ricordare la cronaca dei nostri giorni con ancora tanti, troppi casi di violenza e femminicidi. Una piaga sociale e culturale che non ci consente di voltare lo sguardo dall'altra parte, ma che ci spinge a riflettere e ad agire con ogni azione possibile volta a tutelare le vittime dall'abominio della violenza", ha scritto la premier sui social.
"Come Governo, dall'inizio del nostro mandato, abbiamo messo in campo strumenti di contrasto, prevenzione e sicurezza - aggiunge la presidente del Consiglio -. Un lavoro che deve proseguire nella consapevolezza che il contributo di ciascuno di noi può fare la differenza. Lo dobbiamo fare nel nome di tutte coloro che oggi non sono più con noi: mamme, sorelle, figlie, amiche. 1522 è il numero a cui rivolgersi per parlare, denunciare e ricevere aiuto immediato, in qualsiasi momento. Ogni voce che si alza contro la violenza è un passo verso una società più sicura e libera dalla paura. Ricordate: non siete sole. #25novembre".
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