"Nel febbraio 2024, quindi molti mesi prima dell'individuazione del warm Graphite, una entità non ancora identificata ha operato un attacco software di tipo 'sofisticato', con tentativo di forzatura degli account di Luca Casarini".
Così la Ong, Mediterranea Saving Humans in merito al caso di spionaggio riguardante il suo fondatore e capomissione, Luca Casarini, che ha riscontrato nel suo telefono e anche in alcuni di componenti della Ong, un'operazione di spionaggio attraverso uno spyware prodotto dall'azienda israeliana Paragon solution. L'analisi è condotta da The Citizen Lab, un team di ricerca all'Università di Toronto.
Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli hanno incontrato in diverse occasioni Luca Casarini e chiedono al governo se, tramite il trojan Paragon installato sul telefono di questi, siano stati spiati. La richiesta è stata avanzata durante una conferenza stampa a Montecitorio in cui i leader di Avs hanno annunciato un sostegno ai cinque referendum che si terranno quest'anno.
"La vicenda del Trojan israeliano non interessa ai più. Ma in questa storia il Governo sta facendo di tutto. Ieri Mantovano, Sottosegretario a Palazzo Chigi, ha scritto al Presidente della Camera dicendo che il Governo non si sarebbe presentato al Question Time in Aula per rispondere alle domande del PD e di Italia Viva. Capisco che il tema del dibattito democratico in Parlamento non è propriamente il più interessante, ma guardate che questa è una cosa enorme. Non era mai successo che un Governo dicesse: veniamo solo se cambiate le domande. Ma cosa vogliono: le domande a piacere come quando si andava alle interrogazioni?". Lo scrive nella sua Enews il leader di Iv Matteo Renzi.
"La vicenda è semplice - prosegue - c'è un giornalista spiato da un sistema di intercettazione che il Governo Meloni ha comprato in Israele. I servizi segreti dicono che loro non hanno spiato il giornalista. I ministeri dicono tramite veline che loro non hanno in uso il trojan e dunque non possono essere loro. Noi chiediamo spiegazioni e non ce le danno pur essendo loro dovere farlo. Il Governo parla di queste cose con le agenzie, la Meloni dialoga con Porro, però non vengono in Parlamento. Temo di non essere sufficientemente chiaro: quando si scappa dal Parlamento e si usano i media siamo oltre la democrazia parlamentare. Vi giuro: io una cosa del genere non solo non l'ho mai vista. Ma non pensavo potessero nemmeno immaginarla: l'ho detto ieri al presidente della Camera Fontana e al sottosegretario Mantovano. Mi impressiona la loro incapacità di rispettare le regole".
Su Paragon e giornalisti arriva una denuncia Fnsi e Odg
La Federazione nazionale della stampa italiana e l'Ordine nazionale dei giornalisti presentano una denuncia, contro ignoti, alla procura di Roma per fare chiarezza sul caso dei giornalisti spiati attraverso lo spyware Graphite di Paragon. "Siamo di fronte a fatti che non solo violano il codice penale ma la stessa Costituzione: la stampa è libera" ricorda la segreteria generale Fnsi Alessandra Costante.
"È un atto straordinario di cui percepiamo la gravità, ma non era più possibile attendere oltre: se il governo non chiarisce a questo punto non possiamo che rivolgerci alla magistratura" aggiunge il presidente dell'Odg Carlo Bartoli. "Dopo 20 giorni di attesa, 20 giorni di incoerenze, di incomprensioni, di versioni contrastanti, non è più possibile attendere", ribadisce Bartoli che ricorda: "È possibile che ci si trovi di fronte a qualche scheggia impazzita, ma questo software non si compra al supermercato. Pochissimi soggetti lo possono avere in uso e quindi nella regola giornalistica delle 5 W ne mancano due: il chi e il perché. E questo chi e il perché devono venire fuori" aggiunge Bartoli.
"La Costituzione ci richiama a un dovere che è quello di rispettare e di attenerci ai trattati e ai regolamenti europei e l'Unione Europea con il Media Freedom Act ci dice che i giornalisti non si possono spiare", ricorda inoltre il presidente della Fnsi Vittorio di Trapani che chiarisce: "Qui non si sta giocando una partita che riguarda una casta, ma una partita a tutela di valori costituzionali, cioè del diritto dei cittadini ad essere informati".
Basta, aggiunge, mettere in fila gli elementi per capire i rischi che corriamo: "Quello che sappiamo di certo è che almeno un giornalista è stato spiato, quello che sappiamo di certo è che il giornalista lo ha appreso da una comunicazione che è arrivata da whatsapp, quindi non è stato avvertito da una autorità ma è stato avvertito da whatsapp. Quello che sappiamo - continua - è che è stato spiato con il sistema Paragon e che il sistema Paragon è in uso esclusivamente ad apparati stratali. Allora delle due l'una: o il giornalista, almeno un giornalista, poi vedremo se ce ne sono altri, è stato spiato da uno Stato straniero o è stato spiato dallo Stato italiano, da un apparato dello Stato italiano. Da qui non si scappa. E va detto che, nonostante le smentite iniziali, la sospensione del contratto tra Paragon e governo italiano un indizio ce lo dà, perché evidentemente si ritiene che Paragon sia stato utilizzato non secondo gli accordi che erano stati iscritti.
E aggiungiamo che non risulta che ci sia stato alcun tipo di autorizzazione da parte della magistratura a questo tipo di attività di spionaggio. Ecco perché serve chiarezza, ecco perché tutto questo è molto preoccupante" continua di Trapani. Ordine e Federazione lanciano inoltre un appello a tutte le giornaliste e giornalisti ad avvisare Odg e Fnsi nel caso abbiano ricevuto un messaggio analogo in modo da integrare la denuncia.
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