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Spunta un altro spiato da Graphite, è vittima di Almasri

Spunta un altro spiato da Graphite, è vittima di Almasri

Caravelli sentito dal Copasir. Contratto con l'Italia non rescisso

ROMA, 11 febbraio 2025, 20:41

di Massimo Nesticò

ANSACheck
David Yambio - RIPRODUZIONE RISERVATA

David Yambio - RIPRODUZIONE RISERVATA

Spunta un'altra delle 90 vittime - accertate al momento - dello spyware Graphite: è il sudanese David Yambio, che aveva denunciato di essere stato torturato da Osama Njeem Almasri in Libia. Lo ha rivelato lui stesso in una conferenza stampa al Parlamento europeo convocata per lanciare un appello a favore del sostegno dell'Ue alla Corte penale internazionale, dopo le sanzioni imposte dal presidente Usa Donald Trump.

Intanto, nel pomeriggio il Copasir ha ascoltato per due ore e mezzo il direttore dell'Aise, Giovanni Caravelli, che ha risposto a lungo sulla vicenda Graphite ed ha toccato anche il tema Almasri. A quanto si apprende, non risulta che Paragon Solutions, l'azienda che produce il sofware, abbia rescisso il contratto con gli apparati italiani, come aveva scritto qualche giorno fa il quotidiano inglese The Guardian.

Paragon, fondata in Israele e lo scorso dicembre acquisita da un fondo Usa, vende il suo - molto caro - spyware solo ad "entità statali". WhatsApp ha avvisato 90 persone che erano state infettate dal virus in Europa: 7 sono italiane. Secondo il Guardian, l'azienda, in seguito alle notizie di un uso non in linea con la sua policy (Graphite va impiegato solo per contrastare criminalità e terrorismo e non per spiare giornalisti ed esponenti della società civile), avrebbe 'terminato' il contratto con l'Italia. Nella realtà sembra che la rescissione non sia avvenuta. Ci sono quindi apparati italiani che continuano ad usare Graphite: il quotidiano Haaretz ha citato "un'agenzia di polizia e un'organizzazione di intelligence".

Il Copasir si è attivato e, dopo Caravelli, programmerà altre audizioni per approfondire il tema. Nel pomeriggio il direttore dell'Aise ha risposto a molte domande da parte dei membri del Comitato in maniera "ampia e puntuale", a quanto appreso. Ha risposto entro i confini del suo ruolo. Le intercettazioni preventive sono consentite all'intelligence, dietro autorizzazione del procuratore generale presso la Corte d'appello di Roma. Palazzo Chigi aveva già smentito che giornalisti siano stati spiati da 007. Dell'utilizzo di Graphite da parte di altre amministrazioni rispondono queste ultime.

Sembra che non ci sia una sorta di 'general contractor' per l'Italia che poi smista il software ai vari apparati, ma la singola amministrazione ne dispone autonomamente. C'è chi ha ipotizzato che lo strumento sia impiegato da alcune procure.

Il leader M55 Giuseppe Conte si è detto "preoccupato" per "uno spionaggio a carico di giornalisti ritenuti evidentemente scomodi, di persone che lavorano nelle ong. Dobbiamo assolutamente accertare quello che è successo". Domani al question time della Camera, il ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, risponderà ad un'interrogazione sul caso.

Caravelli, si apprende, ha poi risposto a domande su un articolo apparso oggi sul Foglio che riferisce di una sua visita a Tripoli lo scorso 28 gennaio per incontrare il premier libico Abdul Hamid Mohammed Dabaiba ed il procuratore capo al Sidiq al Sour. Il direttore dell'Aise - profondo conoscitore del dossier libico - avrebbe, secondo il quotidiano, comunicato ai suoi interlocutori i nomi al momento coperti da segreto di altri libici che la Cpi vorrebbe fossero arrestati. Sempre a quanto si apprende, il prefetto avrebbe smentito la ricostruzione. I contatti dell'intelligence con Tripoli ovviamente sono costanti, prima e dopo la vicenda Almasri. La Libia è un Paese sensibile per la sicurezza nazionale (migranti, petrolio, gas) e le interlocuzioni per evitare problemi sono intense.

Un legame che non piace a David Yambio. "Penso - ha detto oggi a Bruxelles il presidente dell'associazione 'Refugees in Libya' - che l'Italia sia responsabile delle torture che ho subito in Libia, per aver finanziato le autorità libiche, la Guardia costiera. Ma sono stato anche spiato da Paragon, per cui chiedo che il governo italiano chiarisca chi è stato, e nel frattempo mi difenda. In gioco c'è la mia vita, quella della mia famiglia e quella di tanta gente". Dal 13 novembre, fa sapere, "il mio telefono è stato colpito con uno spyware in Italia, un Paese che dovrebbe proteggermi. Ma come faccio a sapere se qualcuno non sta dando le mie informazioni a Almasri, a chi mi cerca e magari mi vuole torturare? Spero di avere aiuto e protezione ora che vivo in Italia".
   

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