Italiani divisi sul caso del rilascio del capo della polizia libica Osama Almasri e dell'indagine che riguarda la condotta della premier Meloni, dei ministri Nordio e Piantedosi e del sottosegretario Mantovano. È quanto emerge da un sondaggio dell'istituto Tecnè (periodo di valutazione 31 gennaio-3 febbraio), commissionato dall'emittente Giornale Radio e presentato stamattina durante la trasmissione L'attimo fuggente condotta da Luca Telese e Giuliano Guida Bardi.
La vicenda è 'conosciuta' dal 72% delle persone coinvolte nel sondaggio. Il 43% pensa che il comportamento del magistrato che ha firmato l'atto giudiziario nei confronti degli esponenti del governo sia pretestuoso, per colpire l'esecutivo, mentre per il 40% è legittimo. Non sa il 17%. Inoltre, per il 41% l'avviso di garanzia a Meloni e ad altri membri del governo per il rimpatrio di Almasri rappresenta una reazione alla riforma del governo sulla separazione delle carriere. Non è così per il 40%. Non sa il 19%.
Quanto al rapporto governo-toghe, per il 42% degli interpellati l'esecutivo ispira più fiducia rispetto alla magistratura mentre il 39% la pensa in maniera opposta. Non sa il 19%. Alla domanda se una parte della magistratura usi il proprio potere in modo improprio per condizionare le scelte del governo, il 44% ha risposto di sì, il 40% di no e il 16% non sa. Lo fa per favorire una parte politica? Sì per il 42%, no per il 40%, non sa il 18%. Per il 48% degli intervistati una parte della magistratura è politicizzata, ma per il 38% non lo è. Non sa il 14%.
Infine, se oggi si svolgesse il referendum sulla separazione delle carriere dei magistrati, il 68% degli intervistati voterebbe a favore della riforma e il 32% contro.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA