"La tutela del mio diritto
soggettivo è stata affidata al ricorso davanti al giudice civile
del tribunale di Cagliari". Lo ha detto la presidente della
Regione Sardegna Alessandra Todde in Consiglio regionale che ha
specificato la volontà di riferire all'Aula: "in virtù del
rispetto istituzionale e della devozione per il ruolo che
rappresento".
La presidente, con accanto il vice presidente della giunta
Giuseppe Meloni (Pd) e all'assessore dei Lavori pubblici Antonio
Piu (M5s) precisa "abbiamo ritenuto necessario, se non
imperativo, dover ricondurre l'intera vicenda al grado di
serietà che merita. Perché, se ancora a qualcuno non fosse
chiaro, il provvedimento del collegio regionale di garanzia
elettorale non riguarda me sola ma l'intera forma di governo
della Regione Sardegna".
La Governatrice è poi entrata nello specifico delle
contestazioni dell'ordinanza, punto per punto, riprendendo il
ricorso presentato la scorsa settimana dai suoi legali. Todde ha
precisato di aver ricevuto già il 19 novembre "a mezzo pec una
richiesta di chiarimenti da parte della presidente del collegio"
e successivamente dallo stesso collegio. "Nessuno di questi
rilievi segnalava alcun utilizzo improprio di risorse, ma
semplicemente degli errori di forma nella predisposizione e
nella presentazione della rendicontazione". Immediata la
risposta della presidente con una memoria dove si "analizzavano
e confutavano tutti i rilievi del Collegio, spiegando come in
realtà i punti contestati si basavano su assunti non corretti o,
in altri casi, travisavano dichiarazioni contenute nel
rendiconto presentato".
"Nessuna spesa rendicontabile direttamente sostenuta - ha
sostenuto Todde - come già avvenuto in altre regioni, per
presidenti di regione di altre appartenenze politiche, come Luca
Zaia che per la campagna elettorale del 2015 in Veneto". Solo
"nell'ordinanza notificata il 3 gennaio scorso, invece, il
collegio mi notificava un'ordinanza di ingiunzione contenente
rilievi sulla memoria da me presentata comminando delle sanzioni
amministrative di natura pecuniaria e, contestualmente, in
assoluta assenza di adeguata motivazione, disponeva, in termini
generici e non chiari, la richiesta al Presidente del Consiglio
Regionale di procedere".
In quell'ordinanza anche la contestazione della bolletta per
l'affitto della sede che "per soli 17 giorni insisterebbe nel
periodo di rendicontazione" e che "non mi era stata contestata
prima".
Infine le fattispecie di decadenza per ineleggibilità per un
consigliere eletto che, secondo la presidente, "sono
insussistenti nel mio caso. Risulta chiaro quindi come siano
completamente assenti i presupposti per avviare la procedura di
decadenza".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA