Tensione, senso di logoramento, ritmi frenetici, squilibrio tra lavoro e vita privata.
Ma anche disagio e malessere legati agli orari prolungati e alla sedentarietà tipica delle attività alla scrivania e al pc.
A
fare su vita e occupazione del giornalista in redazione è
Breaking news (Ultime notizie), indagine promossa
dall'Osservatorio salute e sicurezza sul lavoro di Casagit
Salute, curata da Andrea Artizzu, Giorgio Pacifici e Tiziana
Sapienza.
Lo studio - già dal titolo evocativo delle condizioni di
lavoro potenzialmente stressanti per un profilo professionale
che deve essere sempre "sul pezzo" - rientra nell'ambito del
protocollo di collaborazione tra Casagit Salute e Consiglio
nazionale dell'Ordine degli psicologi (Cnop), che ha analizzato
i dati raccolti assieme a ricercatori dell'Università di
Bologna. Sotto la lente la condizione di lavoro dei giornalisti,
per individuare quei fattori di rischio della professione
giornalistica che possono favorire situazioni di stress e
mettere a repentaglio il benessere lavorativo.
Ampia la partecipazione all'indagine: dopo i focus group e le
interviste, sono stati compilati dai giornalisti 1.910
questionari. L'età media del campione è 50 anni, circa un terzo
tra 55 e 65 anni. La maggior parte ha un contratto a tempo
indeterminato (87%), il monte ore medio si attesta sulle 45 ore,
ma ben il 35% dichiara di lavorare tra le 50 e le 60 ore alla
settimana.
La percezione di stress influenza nettamente la soddisfazione
lavorativa. Le principali manifestazioni di disagio emerse sono
legate a forme di sovraccarico cognitivo, causate da uno
squilibrio tra le risorse disponibili e le crescenti richieste
nei ritmi di lavoro. Tensione e senso di logoramento sono
presenti nel 65% dei casi, il 61% si sente oberato di compiti e
attività. Tutti aspetti associati a cambiamenti organizzativi
che si concretizzano spesso in riduzioni di organico, con
conseguente aumento dell'impegno sul posto di lavoro. Non manca
la dimensione del tecno-stress per l'eccesso di stimoli,
notifiche, velocità di elaborazione delle informazioni. Più
della metà dei giornalisti (57%) riferisce difficoltà nel
gestire in modo adeguato il rapporto tra il tempo dedicato alla
professione e il restante "spazio di vita".
"Oltre a ottenere una fotografia scientificamente validata su
scala nazionale, questo studio offre indicazioni utili per
elaborare suggerimenti e proposte di prevenzione, da attuare in
collaborazione con la categoria e le parti sociali", sottolinea
Gianfranco Giuliani, presidente di Casagit Salute.
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