"Circa 130 Ordini territoriali di diverse professioni, come avvocati, ingegneri, medici, architetti, veterinari, notai, commercialisti, hanno aderito finora alla manifestazione di sabato 13 maggio, a Roma, per invocare l'introduzione di un equo compenso delle prestazioni".
A dirlo all'ANSA il presidente dell'Ordine degli avvocati della Capitale, Mauro Vaglio, aggiungendo che "ad appoggiare l'iniziativa sono anche Federazioni nazionali", con l'intento di mettere in evidenza "una situazione oramai insostenibile" per le categorie di lavoratori autonomi italiani. Per quel che concerne gli avvocati, infatti, "il 55,9% dei colleghi ha un reddito lordo di 20.000 euro all'anno", pertanto "il destino di parte dei professionisti è di vivere al di sotto della soglia di povertà. E con compensi per prestazioni estremamente bassi non è possibile garantire al cliente un servizio di qualità e mantenere uno studio" in cui esercitare l'attività. Ma, senza minimi tariffari stabiliti (ad abolirli furono i provvedimenti governativi sulle liberalizzazioni del 2006, ndr), quanto può costare il ricorso ad un avvocato? Vaglio fa un esempio: "Esistono casi eclatanti di cause svolte dinanzi ad un giudice di pace per le quali sono state riconosciute parcelle da 100 euro. Naturalmente lordi", conclude.
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