Donald Trump scommette sempre più sul critpo. La startup del presidente a cui fa capo il suo social Truth ha annunciato un ampliamento della sua offerta ai servizi finanziari, incluse le critpovalute. Una mossa che mette le ali al Trump and Media Technology Group a Wall Street, dove arriva a guadagnare oltre il 7%, e che alimenta le polemiche sul conflitto di interessi dell'inquilino della Casa Bianca. I servizi finanziari saranno offerti tramite Truth.Fi, nuovo marchio fintech tramite il quale saranno lanciati "diversi veicoli di investimento". Truth.Fi rappresenta la "naturale" espansione del "nostro movimento. Abbiamo iniziato creando una piattaforma social per la libertà di parola, abbiamo aggiunto un servizio di tv in streaming, e ora ci muoviamo nei prodotti di investimento e nella finanza decentralizzata", ha detto Devin Nunes, fedelissimo del presidente e amministratore delegato di Trump Media and Technology Group.
Lo sviluppo di nuovi strumenti di investimento targati "America First è un altro passo in avanti per la creazione di un ecosistema robusto in cui i patrioti americani possono proteggersi dalla censura, dall'esclusione dalle banche e dalle violazioni alla privacy delle grazie aziende tecnologiche", ha aggiunto Nunes riferendosi indirettamente alle lamentele dei repubblicani, secondo cui le banche trattano ingiustamente i conservatori. Lamentale a cui Trump ha dato voce criticando pubblicamente, durante il suo intervento a Davos, l'amministratore delegato di Bank of America. Nell'ambito della crescita nei servizi finanziari Truth si affiderà alla società di brokerage Charles Schwab e investirà 250 milioni di dollari in "Bitcoin e criptovalute simili o titoli legati alle valute digitali". Samantha Schwab, nipote del fondatore di Charles Schawb, è divenuta recentemente vice capo dello staff del Dipartimento del Tesoro di Trump. Il lancio di Truth.Fi segue l'ingresso nei servizi finanziari di X, il social del 'first buddy' Elon Musk. Iniziative che espongono l'amministrazione a forti critiche per possibili conflitti di interesse, già accese dopo il lancio pre-insediamento del meme coin del presidente, che si è tradotto per Trump in guadagni di milioni di dollari.
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