Donald Trump vuole mantenere tutte le promesse elettorali ed è pronto a firmare nelle prossime ore un ordine esecutivo per realizzare un Iron Dome analogo a quello di Israele. Una mossa che accende scenari da 'Star Wars', quelli evocati nel 1983 dallo scudo spaziale di Ronald Reagan e archiviati dieci anni dopo senza clamore da Bill Clinton.
Il presidente intende dare il via allo studio e alla realizzazione di nuovi sistemi che possano intercettare e abbattere missili balistici, anche nucleari, rendendo l'America invulnerabile a tutti i nemici.
Ma si profilano due problemi.
Il primo è che l'Iron Dome israeliano ha un indice di precisione del 90%, quindi talvolta è perforabile. Il secondo è che l'America è un Paese enormemente più grande e quindi sarebbe necessario uno scudo ben più esteso ed avanzato. Raytheon ha creato un sistema simile, soprannominato SkyHunter, e sostiene che può "essere prodotto negli Stati Uniti per espandere la disponibilità e la capacità per gli Usa e i suoi alleati".
Mentre il produttore dell'Iron Dome, Rafel, che è legato al governo israeliano, ha riferito che ci sono modi in cui il suo sistema potrebbe essere adattato per proteggere una nazione delle dimensioni dell'America.
Trump intanto canta vittoria dopo aver piegato in poche ore la Colombia nella sua prima battaglia per i rimpatri dei clandestini usando la minaccia dei dazi. Un'arma che è pronto a brandire contro qualunque Paese rifiuti i voli di deportazione americani o non si pieghi ai suoi diktat: dal primo febbraio, salvo colpi di scena, scatteranno le tariffe del 25% contro i prodotti del Messico e del Canada per la mancata stretta sul flusso di migranti e sul traffico di fentanyl. Nel frattempo, deluso per i risultati "finora insoddisfacenti" delle retate, ha ordinato agli agenti dell'Ice (Immigration and Customs Enforcement) di intensificare drasticamente il numero di arresti degli immigrati senza documenti, passando da poche centinaia al giorno ad almeno 1.200-1.500.
Una sorta di "obiettivi di produzione" che rischiano di mettere sotto pressione le forze dell'ordine e di far finire in manette anche immigrati regolari o che non hanno commesso reati. Domenica, quando sono iniziati i raid anche a Chicago, la città di Obama, si è già sfiorata quota mille arresti. Mentre il nuovo capo della Difesa Pete Hegseth ha promesso nel suo primo giorno al Pentagono che l'esercito - dove intanto si attende il bando dei transgender e dei programmi sulla diversità - garantirà assistenza nelle deportazioni di massa.
La resistenza di Bogotà alle espulsioni americane di clandestini in catene su cargo militari è durata poche ore. Il presidente Gustavo Petro, un ex guerrigliero eletto nel 2022 come primo leader di sinistra, aveva rifiutato l'atterraggio di un paio di voli denunciando che "gli Stati Uniti non possono trattare come delinquenti i migranti colombiani". Tanto da mettere a disposizione il suo velivolo presidenziale per i rimpatri. Petro aveva inoltre polemizzato sul fatto che anche in Colombia "ci sono 15.666 statunitensi irregolari", aggiungendo che "se lo desiderano possono stare in Colombia" perché noi "siamo l'opposto dei nazisti". Apriti cielo.
Il tycoon ha annunciato via Truth una serie di ritorsioni, tra cui dazi al 25% (e al 50% in una settimana), sanzioni bancarie e finanziarie, stretta sui visti e sui controlli alla dogana. Post rilanciato dalla Casa Bianca, con una gaffe sul nome della Colombia, diventata Columbia. Petro ha contrattaccato minacciando dazi al 50%, correggendoli poi al 25% per una risposta simmetrica. Ma in poche ore ha fatto un'imbarazzante marcia indietro, evitando una guerra commerciale che avrebbe danneggiato l'economia del Paese.
La Casa Bianca ha esultato: "Il governo di Bogotà ha accolto tutte le condizioni del presidente Trump, inclusa l'accettazione senza restrizioni di tutti gli immigrati clandestini dalla Colombia rimpatriati dagli Usa, anche su aerei militari statunitensi, senza limitazioni o ritardi", ha spiegato, annunciando una sospensione delle misure punitive. "Gli eventi di oggi rendono chiaro al mondo che l'America è di nuovo rispettata. Il presidente Trump continuerà a proteggere con fervore la sovranità della nostra nazione e si aspetta che tutte le altre nazioni del mondo cooperino pienamente nell'accettare la deportazione dei loro cittadini presenti illegalmente negli Stati Uniti".
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