'Tutte le strade portano alla
storia, Italia e Corea' è il tema della mostra fotografica che
ha dato ufficialmente il via a Seul al ricco programma di eventi
delle celebrazioni dei 140 anni di relazioni diplomatiche tra
l'Italia e la Repubblica di Corea, iniziate con la firma del
trattato commerciale nel 1884. Una ricostruzione suggestiva
raccontata attraverso le istantanee di eventi anche dolorosi,
come la sanguinosa Guerra di Corea, che è un momento di
riflessione per gettare le basi dei rapporti verso il futuro.
"Guardando le decine di fotografie, spero che ogni visitatore
rifletta sulle orme dei nostri scambi bilaterali e immagini il
percorso che Corea e Italia decideranno di intraprendere
insieme", ha commentato il ministro della Cultura, del Turismo e
dello Sport sudcoreano Yoo In-chon, nella cerimonia di apertura
dell'iniziativa che ha messo insieme i ministeri di Esteri e
Cultura sudcoreani, l'ambasciata e l'Istituto di cultura
italiani a Seul, il Museo nazionale di storia contemporanea
coreana e le principali agenzie di stampa dei due Paesi, la
Yonhap e l'ANSA, rappresentate, rispettivamente, dal presidente
Seong Ghi-hong e da Luigi Silvestri, responsabile Relazioni
internazionali e Digital.
"'Hand in Hand', composta dall'italiano Giorgio Moroder e
cantata dalla band sudcoreana Koreaa, è ancora considerata la
più grande sigla della storia olimpica. Questa mostra contiene
momenti storici tra i due Paesi", ha aggiunto Yoo.
Allestita al Museo nazionale di storia contemporanea coreana
e visitabile fino al 31 marzo, la mostra permetterà di ammirare
documenti e materiale fotografico e video, anche inediti. Un
ricco capitolo è dedicato ai volontari della Croce Rossa
Italiana che prestarono supporto con l'Ospedale da campo n.68
durante la Guerra di Corea del 1950-53: circa 60 medici e
infermieri misero piede per la prima volta sul suolo coreano nel
1951 e curarono 230.000 persone fino al 1955. Non mancano gli
eventi più recenti, come l'ultima visita di Stato a Seul del
presidente della Repubblica italiana, Sergio Mattarella.
"L'Italia è stato il quarto Paese al mondo a stabilire legami
diplomatici con la Corea e questa è una caratteristica delle
nostre relazioni: le parti sono riuscite a investire l'una
nell'altra fin dall'inizio e a rimanere partner nel corso degli
anni", ha commentato l'ambasciatrice italiana Emilia Gatto,
notando poi che il valore di documenti e fotografie raccolti "è
tale da costituire una base solida e articolata che ci consente
di guardare al futuro delle nostre relazioni bilaterali.
L'augurio è che questo percorso fotografico possa mettere in
luce le similitudini di due Paesi distanti solo geograficamente,
ma vicini nella condivisione di valori e obiettivi".
La mostra presenta un ulteriore aspetto: uno sguardo sulla
Corea all'inizio del XX Secolo. Ad esempio, c'è una foto di
Carlo Rossetti, il secondo console italiano insediatosi nel
1902, a cavallo di un palanchino e altre foto che il diplomatico
scattò nel Paese, convinto che la forma complessiva della
penisola coreana ricordasse in gran parte quella italiana. Oltre
alle foto del primo prete cattolico italiano che gestiva una
mensa gratuita e di una suora cattolica che si prese cura dei
malati di lebbra coreani per mezzo secolo, ci sono le immagini
di uomini che indossano abiti e cappelli tradizionali che
frequentano una lezione di matematica tra il 1902 e il 1903 e
una strada di Seul piena di case con il tetto di tegole su
entrambi i lati, prima della distruzione della Guerra di Corea.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA