Tra sfide rilevanti nei nuovi
contesti virtuali e necessità di garantire un ambiente
responsabile e inclusivo, il Metaverso offre opportunità e spazi
per lo sviluppo di business innovativi. L'ambasciata d'Italia a
Seul ha organizzato, in collaborazione con la Korea Information
Society Development Institute (Kisdi) e la Metaverse Alliance,
la conferenza 'Metaverse RenAissance. Perspectives and
developments in Italy and Korea' presso le prestigiose sale
della Korea University di Seul.
Il tema dell'incontro, che segue il seminario di lunedì
tenuto presso l'Assemblea nazionale, ha avuta una linea guida
ricollegandosi al Rinascimento, un momento di grande cambiamento
durante il quale maturò un nuovo modo di concepire il mondo e se
stessi, e che vide un notevole rinnovamento culturale e
scientifico.
"Parliamo di un mondo sintetico - ha sottolineato Paolo
Benanti, professore di Teologia morale, Bioetica e Neuroetica
alla Pontificia Università Gregoriana di Roma -, in cui etica e
scienza si incontrano e scontrano". Ma è l'uomo, ad ogni modo,
che deve sempre "essere al centro. E questo comporta
numerosissime implicazioni, tra cui il fatto che la nostra
società è sicuramente una che invecchia e quindi questo ci
richiede di considerare anche i soggetti più deboli che ne fanno
parte". Per questo, l'impegno dovrebbe essere rivolto a creare
piattaforme virtuali "il più possibile inclusive e accessibili
per un universo virtuale che si traduca in una realtà giusta". E
non solo, perchè il Metaverso "pone una questione di genere. Il
mondo dell'ICT è costituito per circa il 90% da uomini e,
quindi, il Metaverso è pensato ed elaborato quasi in massima
parte da uomini", ha osservato da parte sua Tiziana Catarci,
professoressa di Informatica all'Università La Sapienza di Roma.
Il rischio è che si crei "un mondo pensato così direttamente da
solo una parte della popolazione che porterà con sé dei
pregiudizi sin dalla creazione di questo nuovo universo", con
quelli propri della nostra realtà che potrebbero risultare
addirittura amplificati nel futuro virtuale.
Jeaseung Jeong, titolare della cattedra di Ingegneria
Biologica e Cerebrale presso l'Istituto avanzato di scienza e
tecnologia della Corea (Kaist), ha posto l'accento sulla realtà
sempre più accessibile del Metaverso che "implica come oggi
siano sempre più i giovani che vi si interfacciano: gli ultimi
dati ci dicono che oltre il 70% degli studenti in età di scuola
elementare ne ha avuto almeno un contatto". Una "grandissima
opportunità" da vari punti di vista (come ad esempio quello
dell'educazione) ma che "ci richiede di agire con grande
consapevolezza e attenzione. Mentre gli adulti si affacciono a
queste tecnologie nel momento in cui la loro intelligienza
sociale è già pienamente formata, i giovani devono ancora
imparare a interagire con gli altri esseri umani e, soprattutto,
a empatizzare: è essenziale disegnare piattaforme digitali che
rispondano al meglio alle necessità di queste generazioni, che
sono il futuro del Metaverso".
Tuttavia, si parla di realtà "fisica, virtuale, aumentata,
mista. Questo non deve confondere. Dobbiamo riconoscere le
priorità della realtà fisica, non solo perchè è la nostra
primaria, quella in cui ci formiamo e interagiamo, ma anche
perchè tutte le altre realtà è proprio su questa che si
sostanziano: tutte infatti richiedono energie e risorse del
mondo reale", ha notato Sang Wook Yi, professore presso i
Dipartimenti di Filosofia e di Intelligenza Artificiale della
Hanyang University nonché vice presidente della Commissione
mondiale sull'etica per la conoscenza scientifica e la
tecnologia dell'Unesco. Per Luciano Fadiga, ricercatore senior
dell'Istituto italiano di tecnologia e professore di Fisiologia
umana all'Università di Ferrara, "quando le persone si guardano
negli occhi, la corteccia frontale del cervello reagisce in modo
drammatico. Quando le persone non lo fanno non ottengono una
reazione cerebrale della stessa portata. Cosa significa questo?
Abbiamo bisogno del contatto visivo. Abbiamo bisogno
dell'interazione, fondamentale per il corretto sviluppo del
nostro cervello. Dobbiamo ricordarci dell'importanza di un
'REALverse'".
"Le persone vogliono sempre più essere coinvolte
nell'intrattenimento. Lo abbiamo visto fino a questo momento con
i social media (immediato appare l'esempio di Tik Tok), il
Metaverso ora si impone in questo processo, offrendosi
effettivamente di colmare il divario utente-schermo e creare
quella connessione che non è esistita con i vecchi media", ha
concluso Kang Heesuk, manager del colosso hi-tech Naver.
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