Il presidente argentino
Javier Milei si è scagliato negli ultimi giorni contro la stampa
che mette in dubbio i risultati e la sostenibilità del programma
economico del suo governo o che insiste nell'evidenziare
presunte contraddizioni di ordine politico e ideologico in cui
incorrerebbe il capo dello Stato.
"Non odiamo abbastanza i giornalisti". Questo il messaggio
trasmesso da Milei in uno dei numerosi post pubblicati nelle
ultime ore sul suo profilo X dove accusa la stampa di mentire e
di appartenere ad una "casta anche peggiore a quella dei
politici".
Tredici delle ultime 20 pubblicazioni sul social di Elon Musk
sono dedicate ad attaccare presunte falsità diffuse da alcuni
conosciuti giornalisti della televisione e della stampa
argentina, molti dei quali non associabili all'opposizione.
Gli attacchi includono uno diretto espressamente al
quotidiano Clarín, a cui da da settimane è riservato un post
'fissato' in cima alla timeline del profilo dove si afferma che
i suoi giornalisti "non smettono di attaccare il governo"
colpevole di voler "difendere gli argentini dagli abusi
derivanti dalla posizione dominante" nel sistema dei media
argentini.
L'offensiva del governo non risparmia nelle ultime ore
neanche il quotidiano La Nación, di orientamento
tradizionalmente conservatore, il cui principale analista
politico, Carlos Pagni, è stato oggetto di un attacco diretto
per aver associato l'attuale contesto politco globale ad una
"torre di Babele" paragonabile a quella degli anni tra le due
guerre mondiali.
Una linea, quella dell'attacco ai media, che viene seguita e
promossa adesso anche da altri funzionari dell'esecutivo. Il
ministro dell'economia, Luis Caputo, afferma in un post che
quella del giornalismo "è una professione dedicata a scomparire
a meno che non cambi" mentre il principale consigliere del
governo, il potente Santiago Caputo ha ammonito: "Non odiamo
abbastanza i 'giornalisti', per adesso".
Secondo l'ultimo rapporto della ong Reporter senza Frontiere
(Rsf) l'Argentina è scesa di 47 posti nel ranking della libertà
di stampa nel 2024 e figura adesso all'87° posto su 180 paesi.
Secondo Rsf "l'ascesa al potere di Javier Milei, apertamente
ostile alla stampa, segna una nuova e preoccupante svolta per la
garanzia del diritto all'informazione nel Paese".
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